Presentarsi davanti a Dio
31 luglio 2020
Un giorno una parola – commento a I Timoteo 2, 15
Non spargere voci calunniose e non favorire l’empio attestando il falso
Esodo 23, 1
Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità
I Timoteo 2, 15
Ci sono parole e discorsi che sono inutili e anzi restano solo dannosi e dolorosi. Di fronte a molte parole calunniose, infamanti, diffamatorie ci si pone davanti la verità. Una verità non edulcorabile, una verità a volte brutale, a volte schietta, a volte dolorosa quanto la calunnia. Eppure presentarsi a Dio come un uomo, o una donna, “approvato” significa riconoscere la verità e accoglierla nella propria vita.
Quando ero piccola accanto al portone della chiesa sulla facciata c’era una scritta: “la verità vi farà liberi”. Chiesi a un signore della chiesa che mi rispondeva sempre, anche se controvoglia, perché sul muro della chiesa ci fosse quella scritta e lui mi diede due risposte: «perché è una citazione biblica e perché da queste parti ce lo scordiamo spesso».
Quelle parti della mia infanzia erano il cuore della Sicilia, crescendo, ho scoperto che “queste parti” sono una caratteristica non solo dei riesini o dei siciliani, ma di tutti gli esseri umani credenti. Col tempo ho scoperto che quella verità non era una qualsiasi cosa vera, ma Gesù Cristo. Questo vale anche per la nostra riflessione di oggi: presentarsi davanti a Dio come uomini e donne approvati, tenute in considerazione significa vivere senza vergogna come testimoni fedeli della verità che è Gesù Cristo.
E quindi riconoscere e fare memoria del fatto che il nostro faro nella nebbia delle nostre vite non è un fendinebbia o un led qualsiasi, ma è Gesù Cristo e vivere della parola di Dio, presentarsi al suo cospetto può significare solo parlare di Dio per come lo abbiamo conosciuto in Gesù Cristo. Questa è la verità che può smentire e sbugiardare ogni falsità.