Coerenza fra vita e vocazione
26 giugno 2020
Un giorno una parola – commento a Salmo 106, 3
Beati coloro che osservano ciò ch’è prescritto
Salmo 106, 3
Il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno
I Giovanni 2, 17
Fai ciò che il Signore ti dà da fare, rispetta le sue norme e il tuo comportamento viene approvato, ottieni un’alta considerazione. Fin qui nulla di sconvolgente, né di particolarmente originale nel versetto di oggi; il buon senso ci dice la stessa cosa.
Poi però potremmo anche chiederci che cosa è prescritto? Di prescrizioni, leggi e regolamenti abbiamo fatto esperienza quotidiana e abbiamo dovuto prenderli sul serio in questo periodo, non fosse altro che per senso civico. Ci siamo resi conto di quanto possa essere complicato quando ogni aspetto della vita viene regolamentato. Dobbiamo dunque attenderci una selva di disposizioni anche dal Signore, tanto per completare il quadro di complicazione della nostra esistenza?
No, rileggendo con attenzione scopriamo che qui non si tratta di osservare semplicemente le norme di una legge, ma di giudicare volta per volta ciò che è giusto, ciò che è corretto, ciò che rende testimonianza a ciò che crediamo essere ciò a cui siamo chiamati. Non si parla di obbedienza cieca, pronta e assoluta a una norma imposta, ma di responsabilità: sono responsabile di ciò che faccio; sono responsabile del giudizio che pongo alla base del mio agire; sono responsabile perché il Signore mi ha istruito, mi ha fatto conoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e mi dà fiducia perché io usi il mio giudizio.
Beati coloro che agiscono così, o meglio felici; non si tratta di un premio per il lavoro svolto a puntino, ma di poter riconoscere con gioia la coerenza nella propria esistenza, coerenza delle decisioni che si prendono con ciò che il Signore ha insegnato, coerenza fra vita e vocazione.