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Dio avrà pietà di noi e ci soccorrerà

Un giorno una parola – commento a Geremia 31, 20

«Efraim è dunque per me un figlio così caro? Un figlio prediletto? Da quando io parlo contro di lui, è più vivo e continuo il ricordo che ne ho; perciò le mie viscere si commuovono per lui, e io certo ne avrò pietà», dice il Signore
Geremia 31, 20

Mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò
Luca 15, 20

Geremia è stato inviato da Dio a rimproverare il popolo e a mostrargli i vari peccati di cui si è macchiato: i regnanti sono infedeli, i profeti profetizzano menzogne, i depositari della legge non conoscono Dio. Ma soprattutto, il popolo si è dato all’idolatria. L’esilio è stato la punizione per i peccati di Giuda. Dio è così adirato con il suo popolo che vieta a Geremia di intercedere a loro favore.

Però, Dio non ha mai smesso di amare il suo popolo. Ha udito il lamento dei discendenti di Rachele: Efraim piange i suoi figli che non sono più. Allora, Dio, pur essendo adirato, si ricorda del suo figlio prediletto e si commuove fin nelle viscere. Dio è contro il suo stesso proposito, sente questo amore ardente dentro di sé: è un Dio che soffre, e che può cambiare idea. Questo, non perché il suo popolo si sia ravveduto, ma perché il suo amore e la sua grazia sono più grandi della sua ira. 

È veramente come una madre o un padre che hanno un figlio o una figlia scapestrata. Ne vedono i difetti, ne soffrono, ma non possono fare a meno di amare la loro creatura. 

In questo periodo di grande afflizione, di incertezza, di paura, soffriamo, e ci sentiamo almeno in parte responsabili di questa pandemia, perché con l’uso spropositato delle risorse naturali abbiamo alterato l’equilibrio su cui si reggeva il Creato. 

Soffriamo; ma ci è di conforto questa immagine di Dio che si commuove fin nel più profondo, di un Dio che soffre insieme alle sue creature. Sentiamo che ci è vicino, sappiamo che possiamo rivolgerci a Lui e chiedere che aiuti questo mondo martoriato: Lui, che attraverso il suo Figlio ha provato il dolore degli esseri umani, avrà pietà anche di noi e ci porterà soccorso e conforto.    

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