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Covid19, firmati a Palazzo Chigi protocolli con le varie confessioni religiose

Luca Maria Negro, presidente Federazione delle chiese evangeliche in Italia: «Un metodo di riconoscimento e dialogo che valorizza le specificità confessionali nel quadro di un comune impegno alla responsabilità. Una buona pratica da replicare»

 Decisamente inedito l’incontro che si è svolto venerdì scorso a Palazzo Chigi dove, nel rigoroso rispetto delle norme sul distanziamento sociale, i rappresentanti delle grandi aree confessionali presenti in Italia hanno firmato i Protocolli di comportamento finalizzati alla progressiva ripresa delle attività di culto nel rispetto delle norme in materia di contrasto alla diffusione del virus Covid 19.

Rappresentanti delle comunità evangeliche e di quella ebraica, di quelle islamiche e sikh, induiste e buddhiste, testimoni di Geova, Baha’i e mormoni si sono incontrati a Palazzo Chigi dove, insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese hanno firmato i rispettivi Protocolli, ciascuno dei quali adattato alle peculiarità delle varie tradizioni religiose in materia di svolgimento dei riti.

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Il primo firmatario di parte evangelica è stato il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) che ha firmato anche in rappresentanza dell’Unione delle chiese valdesi e metodiste, dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia, della Chiesa evangelica luterana in Italia. Pur membro della Fcei ha firmato a parte l’Esercito della Salvezza. Altri firmatari di parte evangelica sono stati i rappresentanti delle Assemblee di Dio in Italia, dell’Unione delle chiese avventiste, della Chiesa apostolica, della Consulta evangelica e dell’Alleanza evangelica. Presente anche l’arcivescovo Ian Ernest, direttore del Centro anglicano di Roma.

«L’incontro ha reso plasticamente visibile il pluralismo religioso dell’Italia di oggi – ha commentato il presidente Negro  – e mostrato i frutti della collaborazione tra lo Stato e le varie confessioni religiose su materie anche delicate come quella delle misure antipandemiche da adottare nell’esercizio delle attività di culto. Mi fa piacere sottolineare, inoltre, che la Fcei ha firmato, lanciando così un importante segnale di unità nelle relazioni con le istituzioni italiane».

A tessere i rapporti con le varie confessioni è stato il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione all’interno del quale opera la Direzione centrale per gli affari dei culti che, per l’occasione, si è avvalso di consulenti esterni.

«Un ringraziamento va al Ministero dell’Interno e a chi con competenza e impegno ha curato questi rapporti  – prosegue Negro – impegnandosi in un dialogo serio con i rappresentanti delle varie confessioni, accogliendo osservazioni e proposte che queste hanno avanzato. Come evangelici abbiamo apprezzato, in particolare, l’uniformità dei criteri adottati per le diverse confessioni e l’attenzione al servizio dei ministri di culto che operano in diaspore ampie ai quali, eccezionalmente, viene riconosciuta la possibilità di spostamenti anche interregionali. Si è così adottato – ha concluso – un metodo di riconoscimento e dialogo che valorizza le specificità confessionali nel quadro di un comune impegno alla responsabilità. E’ stata realizzata una buona pratica che ci auguriamo possa essere adottata anche in altre occasioni».  

Qui il comunicato del Ministero dell’Interno e qui il testo del protocollo. 

 
Foto su licenza CC-BY-NC-SA-3.0 IT

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