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Pandemia e disposizioni islamiche

Le indicazioni per la sepoltura e la preghiera inviate ai musulmani ai tempi del Coronavirus in Europa

«Dopo il divieto di svolgere le preghiere comunitarie del venerdì e l’invito a tutti i musulmani a pregare nelle proprie case (sallū fī buyūtikum), i sapienti della comunità islamica europea e internazionale convergono nell’indicare disposizioni speciali su come svolgere i riti funebri e le sepolture islamiche a fronte dell’emergenza pandemica del Covid-19», lo si legge nel comunicato inviato dalla Comunità religiosa islamica italiana (Coreis).

Il Grand Mufti della Bosnia Erzegovina Husein Kavazović, informa la Coreis, «ha emanato una “Fatwa sul lavaggio del defunto (Ghusl Mayyit), la vestizione e la preghiera funebre (Janazah) per coloro che sono morti di malattie infettive”, fatwa che è stata ripresa dal consensus di Eulema (European Muslim Leaders’ Majlis), il Consiglio dei leader musulmani europei, e proposta alle autorità governative in Germania, Regno Unito, Irlanda, Portogallo, Slovenia, Danimarca, Lituania e Norvegia, così come sulla stessa linea si pongono anche le indicazioni del Consiglio dei Sapienti dell’università di Al-Azhar del Cairo e il Muslim Council of Britain (Mcb)».

Secondo la fatwa, nel caso di morte per malattia infettiva «dovranno essere applicate le regole del Tayammum (abluzione secca) in sostituzione di quelle del Ghusl (abluzione con acqua), con obbligo per chi esegue il rito di indossare dispositivi di protezione individuale (Dpi). Nel caso in cui il defunto giunga nell’edificio preposto alla purificazione in un sacco mortuario o in una bara "Per evitare la diffusione dell’infezione, il defunto non dovrà essere rimosso da queste ultime, né sacco mortuario e né bara potranno essere più aperte».

La preghiera funebre, poi, «dovrà essere svolta secondo le regole impartite dalle istituzioni di Governo ufficiali in materia di incontri pubblici e l’orazione sarà svolta soltanto da un singolo imam e dai membri della famiglia. Sulla stessa posizione – ricorda ancora la Coreis – convergono anche le linee guide emanate per l’emergenza dal Cici, il Centro Islamico Culturale d’Italia della Moschea di Roma, secondo le quali:

«Là dove le circostanze sanitarie e la salute pubblica non rendano possibile né il lavaggio, né il versamento dell'acqua, né il tayammum, si proceda direttamente con la stesura del sudario sul defunto, anche in presenza di altri vestiti».

La Coreis, prosegue, «sostenendo le disposizioni emanate dal Governo italiano sulla proibizione di celebrare funerali al fine di evitare assembramenti di persone», indica ai fedeli musulmani di «svolgere solo una preghiera funebre ristretta, con 1 solo imam e 1 solo membro della famiglia, mantenendo le distanze di sicurezza e adottando tutte le misure precauzionali previste dalle disposizioni governative per evitare possibili contagi. La cerimonia rituale con parenti e amici potrà poi essere rinviata ad un momento successivo alla fine dell'emergenza pandemica. I riti funebri sono infatti per i musulmani delle obbligazioni (fard al-kifayah) che si considerano assolte quando anche un solo musulmano se ne faccia carico. Nella collaborazione con gli operatori sanitari locali e nel rispetto della loro professionalità e funzione, la Coreis invita inoltre i fedeli a sospendere le ritualità funebri del Ghusl (abluzione con acqua) e dell’avvolgimento del corpo nel sudario (kaffan), che dovranno essere sostituiti da un'abluzione secca e da un avvolgimento del sacco mortuario simbolici, invitando le Istituzioni italiane a consentire, nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, tali atti simbolici».

Il testo completo della Fatwa è disponibile qui.

 

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