Imparare da Gesù, maestro di vita
11 marzo 2020
Un giorno una parola – commento a Matteo 11, 29
Tutte le sue opere sono vere e le sue vie giuste, ed egli ha il potere di umiliare quelli che procedono con superbia
Daniele 4, 37
Gesù dice: «Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre»
Matteo 11, 29
Gesù invita ogni persona stanca ad andare da lui e promette riposo alle loro anime. Promette vita!
Gesù annuncia liberazione ed emancipazione a gente oppressa dal peso d’ingiustizie, violenze, guerre, discriminazioni di ogni genere. Molto spesso, però, questo invito di Gesù è stato manipolato in ambito religioso per sottomettere passivamente le persone fragili e indifese. Gesù invita la gente a non ascoltare e a non seguire “i sapienti e gl’intelligenti”, le autorità religiose del suo tempo, e ad imparare da lui, venuto dall’entroterra della Galilea, senza titoli accademici. Imparare da lui, dalla sua mitezza e umiltà di cuore. Gesù non si comporta come gli scribi che si esaltano per la loro cultura o come i farisei che si sentono puri e senza peccato. Egli si mette accanto e dalla parte degli sfruttati, degli umiliati e di tutti coloro che non hanno voce.
Gesù è un vero Maestro di vita, sa per esperienza ciò che avviene nel cuore della povera gente che soffre. Egli ha una grande missione, quella di annunciare la buona novella del Regno: amore per i poveri e abbandonati della terra. Gesù è il Regno di Dio “in mezzo” a noi (Luca 17, 21): chiunque lo incontra riceve riposo.
Le nostre comunità cristiane devono non solo accogliere questo invito di Gesù “Imparate da me che sono mansueto e umile di cuore”, ma anche continuare a rivolgere a nome suo questo invito a tutti e tutte coloro che hanno bisogno di una parola liberante.
Come allora per Gesù, ancora oggi purtroppo, quando una comunità cerca di aprirsi e di essere un luogo di accoglienza per gli emarginati, gli esclusi, stranieri e migranti, riceve critiche e disappunto dai “benpensanti”. Senza scoraggiarci, ascoltiamo l’invito del Maestro: “Prendete su di voi il mio giogo” e andiamo avanti.
«O Dio, fa’ che non ci vantiamo della nostra saggezza e giustizia, della nostra sapienza e della nostra forza, ma che ci gloriamo soltanto della tua forza. Se noi siamo deboli, tu sei forte» (Martin Lutero).