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La fiducia in Dio nasce dal rispetto

Un giorno una parola – commento a Salmo 115, 11

Voi che temete il Signore, confidate nel Signore!
Salmo 115, 11

Egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi
Efesini 1, 18

Temere e confidare allo stesso tempo non rappresenta una contraddizione? Nel nostro linguaggio quotidiano sì: chi teme non si fida di certo, la fiducia non può nascere dalla paura! Sappiamo anzi che per molte generazioni la religione è stata predicata insistendo sul timore da instillare nel cuore dei credenti, non sulla fiducia. È quella che è stata definita la “pastorale della paura”: far nascere paura nell’animo delle persone, così da renderle sottomesse a regole di comportamento imposte da altre, spesso da chi non conosceva neppure le reali implicazioni della morale imposta. Paura che derivava dall’ignoranza, dall’alta mortalità, da conoscenze scientifiche inesistenti: basta vedere un qualsiasi film sul Medioevo per percepire questa immagine terrificante di un’epoca immaginata come spaventosa. Per capire realmente il significato di questo passo, però, dobbiamo leggere la parola timorenon come paura, ma come rispetto: la fiducia nel Signore nasce dal rispetto. Perché Dio è Dio e noi non siamo Dio: tra Dio e gli esseri umani c’è e ci sarà sempre una distanza incolmabile. Ma distanza non significa impossibilità di incontrarsi ed avere una relazione positiva. Pensiamo a Gesù: Dio ha voluto avere con noi un rapporto così stretto da mandare suo figlio a nascere come un bimbo qualsiasi, nell’evangelo che ci ha tramandato Giovanni, Gesù ci definisce “amici” e non servi. E Dio continua a voler avere una relazione con noi ogni giorno attraverso di doni dello Spirito Santo. Noi possiamo rispondere rispettandolo. Temere Dio non significa aver paura di Lui, ma considerarLo importante nella nostra esistenza, e degno di rispetto.

 

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