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Legge per la lettura, un buon primo passo

Bernardini: «Ora abbiamo a disposizione uno strumento che dovrà però essere verificato nella sua applicazione»

La Legge per la promozione e il sostegno alla lettura approvata in Senato «ha unito la politica, ma diviso il mondo del libro (almeno nella parte relativa al limite di sconto consentito, che scende al 5%)» afferma il sito dedicato alla lettura: il libraio.it, oggi un punto di riferimento per i lettori e il mondo del libro che ospita ogni giorno notizie, interviste, storie, approfondimenti, interventi d’autore.

Lo sconto massimo del 5% che, secondo il provvedimento, dovrebbe favorire la lettura invece, e non solo tra gli addetti ai lavori, sembra essere un ossimoro e la rete social (rappresentata da lettori e editori) sul web si scatena e fioccano i primi commenti: «Sì, sto festeggiando perché potrò comprare libri al 5% di sconto invece che al 15%. Conquisterete sicuramente nuovi lettori e salverete il mercato editoriale», afferma una lettrice e l’Associazione italiana editori Aie: «Così non funziona. Giusti gli obiettivi, ma mancano le risorse. I limiti sconti peseranno su lettori, famiglie e consumatori». 

Ma l’Associazione librai italiani al contrario, già nel giugno 2019, affermava che il cammino della legge fosse assolutamente necessario. 

Approvata all’unanimità al Senato (dopo che lo scorso 16 luglio era stata approvata dalla Camera) la legge si pone l’obiettivo di «diffondere l’abitudine alla lettura, come strumento per la crescita individuale e per lo sviluppo civile, sociale ed economico della Nazione e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura nel quadro delle pratiche di consumo culturale, anche attraverso attività programmate di lettura comune» e promuove la frequentazione delle biblioteche e librerie, la conoscenza della produzione libraria italiana incentivandone la diffusione e la fruizione.

E ancora promette di attuare interventi mirati per specifiche fasce di lettori e per i territori con più alto tasso di povertà educativa e culturale, anche al fine di prevenire o di contrastare fenomeni di esclusione sociale. 

Ma quanto vale un libro? Rispondere a questa domanda non è certo facile, abbiamo però chiesto a Samuele Bernardini, coordinatore delle librerie Claudiana, un’opinione in merito alla legge. 

«Questa legge non risolverà tutti i problemi del libro e della lettura, tuttavia è un passo importante perché mette a disposizione del settore alcuni strumenti di politiche pubbliche e di sostegno alla lettura e perché immette nel settore regole più certe in tema di concorrenza, che in questi ultimi anni hanno visto emergere posizioni privilegiate di alcuni attori del sistema, come i grandi negozi online. Sarà comunque una bella sfida per editori e librai – prosegue Bernardini – che lamentavano da tempo la mancanza di una legge, di iniziative pubbliche per il libro e la lettura. Ora abbiamo a disposizione uno strumento che dovrà però essere verificato nella sua applicazione concreta. Molto dipenderà da come saranno spese le risorse messe a disposizione dalla legge e da come si comporteranno effettivamente gli editori. Sarà anche un’ottima occasione per gli editori di riflettere sul prezzo di copertina dei libri, che in questi anni è cresciuto notevolmente determinando statisticamente un aumento di fatturato a fronte di una diminuzione generale di copie vendute. Se vorranno venire incontro ai lettori – conclude Bernardini – dovranno porsi il problema e ragionare sull’eccessiva produzione di pubblicazioni. Oggi è necessario orientarsi sulla qualità e non sulla quantità». 

Con la nuova legge è istituito anche il Fondo (gestito dal Centro per il libro e la lettura) per l’attuazione del «Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura» con una dotazione di 4.350.000 euro annui». 

Saranno sufficienti? Anche questo dovrà essere valutato.

Secondo i dati Istat pubblicati nel 2019 e relativi al 2018 tra i 1.564 editori attivi censiti il 51,1% ha pubblicato un numero massimo di 10 titoli all’anno (piccoli editori), il 33,8% fra le 11 e le 50 opere (medi editori) e soltanto il 15,2% ha pubblicato più di 50 opere annue (grandi editori). I grandi editori coprono quasi l’80% della produzione in termini di titoli (79,4%) e il 90% della tiratura.

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