Una fede immune da favoritismi
30 gennaio 2020
Un giorno una parola – commento a Giacomo 2, 1
Non commetterete iniquità nel giudicare; non avrai riguardo alla persona del povero, né tributerai speciale onore alla persona del potente
Levitico 19, 15
La vostra fede nel nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria, sia immune da favoritismi
Giacomo 2, 1
Il versetto di oggi invita la comunità, probabilmente un gruppo di giudeo-cristiani che vivevano fuori dalla Palestina, a non avere favoritismi. È triste, molto triste, sapere che la testimonianza di una chiesa, dove i credenti dovrebbero vivere del reciproco amore di Dio, è danneggiata dal favoritismo: «La vostra fede sia immune da favoritismi», dice Giacomo. Ancora oggi purtroppo in tutti gli ambiti della società – nel mondo della politica, del lavoro, artistico, sportivo e anche religioso – vi sono persone che cercano di ottenere, a scapito di altri, qualche vantaggio. Gli episodi di corruzione sono veramente innumerevoli. Nella comunità a cui scrive Giacomo c’erano dei favoritismi, si avevano premure e si dava onore ai fratelli ricchi mentre si metteva in secondo piano i più poveri. Giacomo evidenzia che la fede dei cristiani non deve essere una fede astratta ma deve attualizzarsi nell’azione. Per questo ci deve essere una corrispondenza tra la confessione di fede e l’atteggiamento pratico: confessare la gloria del Signore Gesù richiede che la comunità vigili contro il rischio dei favoritismi e di operare con pesi e misure diverse a seconda del ceto sociale delle persone che si incontrano. Giacomo invita la chiesa a vivere l’amore del Signore, “amando il prossimo come se stessi” e a pregare in una situazione sociale di prova e preoccupazione. È essenziale, secondo l’apostolo, che la prassi della chiesa sia corrispondente alla scelta di Dio stesso che è sempre indirizzata ai poveri per renderli ricchi nella fede. Nella chiesa in cui i credenti praticano favoritismi si corre il rischio di dividersi, come avvenne nella chiesa di Corinto dove ognuno faceva riferimento ad un gruppo: “Io sono di Paolo”, “io sono d’Apollo”, “io sono di Cefa”, “io sono di Cristo”.