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Osare di più perché i giovani siano una risorsa per l'Italia

Importante convegno torinese per i 30 anni dall'entrata in vigore della Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

Sono passati 30 anni dall’approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the Rigths of the Child - Crc), da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (20 novembre 1989). La ratifica da parte del Parlamento italiano è avvenuta il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.  In un vecchio libro “La città dei bambini” di Francesco Tonucci (Laterza 1996) si trovano tante esperienze e laboratori per rendere le città a misura dei bambini, con tanti suggerimenti di educazione ambientale e civica, che le scuole possono adottare.

Si legge sul sito Unicef che dal 1989, la Convenzione è divenuta il trattato in materia di diritti umani con il più alto numero di ratifiche: oggi sono 196 gli Stati che si sono impegnati nel rispetto dei diritti in essa riconosciuti: i bambini e le bambine del mondo sono titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.

Il 21 novembre a Torino è avvenuta la prima presentazione del 10° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia da parte del Gruppo di lavoro che coinvolge 100 associazioni e centri di ricerca che si occupano di infanzia e adolescenza e che dal 2000 si è impegnato attivamente per la promozione e la tutela dei diritti dei bambini

Il Rapporto può essere scaricato online qui. Coordinato da Arianna Saulini di Save the Children Italia, la presentazione ha avuto luogo nella Sala conferenze del Polo del ‘900, inserita nelle celebrazioni che il Comune di Torino – Città educativa ha voluto dedicare al trentennale. La tavola rotonda, cui hanno partecipato Chiara Saraceno, Aldo Garbarini e Rita Taurino, ha mostrato una fotografia problematica. I dati del Rapporto sono preoccupanti: oltre 1,2 milioni di minori in povertà assoluta, l’accesso a risorse e servizi non presente su tutto il territorio e forti disparità a livello regionale e territoriale. Spesso la mancanza di dati, ad esempio su minori con disabilità o su bambini e bambine che soffrono di violenza e abusi, rende questi fenomeni invisibili. La situazione più critica è però quella dei minori stranieri non accompagnati. 

I bambini e le bambine hanno invece diritto a una piena riconoscibilità dei loro bisogni specifici, per una vita dignitosa e luminosa. E la scuola gioca un ruolo fondamentale, come si evince dalla bella mostra esposta nella sala che affianca ad ogni diritto esempi di sperimentazione e di didattica.

Lo scorso febbraio il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha reso pubbliche le proprie Osservazioni Conclusive rispetto all’attuazione della Convenzione in Italia. Il Governo italiano è chiamato ad adoperarsi per implementare le raccomandazioni espresse, sulle quali l’Italia sarà chiamata a render conto nel prossimo incontro previsto per il 2023. E il 4 dicembre il Rapporto CRC sarà presentato a Roma, alla presenza del Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti aprendo così un nuovo ciclo di monitoraggio: un percorso che prevede un confronto tra il Governo, la società civile e gli esperti che compongono il Comitato.

Il Rapporto è stato commentato a Torino dagli esperti anche alla luce degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) individuati dall’Agenda globale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile al 2030. Dei 169 Target che sostanziano i 17 Obiettivi, moltissimi possono essere ricondotti alla tutela e promozione dei diritti dell’infanzia. In particolare, è cruciale l’avvio del “Nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria”, uno strumento in grado di consentire di misurare che tutti i cittadini ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). In ambito educativo le importanti differenze regionali colpiscono soprattutto i più piccoli: i servizi per l’infanzia, nell’anno 2016/17, coprono solo il 24% della popolazione in età, e mentre al Nord si sfiora l’obiettivo del 33%, anche superandolo in alcune regioni, al Sud sono disponibili posti solo per l’11,5% dei bambini. Alla luce di quanto segnalato dal Comitato ONU, appare urgente una riflessione sulle risorse stanziate per l’infanzia e l’adolescenza. Un altro tema importante è la protezione dagli abusi e dalla violenza: il Comitato ONU si rammarica che non sia stato istituito un sistema nazionale di raccolta, analisi e diffusione dei dati, e con esso un programma di ricerca sulla violenza e i maltrattamenti nei confronti delle persone di età minore. Infine, la situazione più critica è quella dei minori stranieri non accompagnati per cui l’Italia ha ricevuto ben 23 raccomandazioni: ad esempio, la Legge 47/2017 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” rappresenta un importante argine per la tenuta del sistema di protezione dei minori stranieri non accompagnati, ma  si rileva che per la sua piena attuazione devono ancora essere adottati i decreti attuativi.

Insomma, luci e ombre che, nonostante l’aumento dei finanziamenti per il nuovo “sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni”, rischiano di protrarsi:  se davvero si vuole portare un sistema di qualità accessibile in tutte le regioni, gli stanziamenti dovranno aumentare notevolmente e dovranno essere continuativi. E poi la domanda è sempre la stessa: i fondi arriveranno dove devono arrivare?

In conclusione: bisogna osare di più affinché i giovani siano una risorsa in questo Paese, garantendo supporto alle famiglie e riducendo le disparità.

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