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La fedeltà di Dio

Un giorno una parola – commento a II Timoteo 1, 12

C’è grande sicurezza nel timore del Signore; egli sarà un rifugio
Proverbi 14, 26

So in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno
II Timoteo 1, 12

“So in chi ho creduto”, dice l’apostolo Paolo. Beato lui! Tanta certezza, tanta sicurezza, un’affermazione di fede così breve e così incisiva sono veramente degne di nota, perché la fede non è un’affermazione teorica (magari cristallizzata in una formula da ripetere più o meno pappagallescamente): la fede è parte della nostra vita e la vita è complicata, non si lascia ridurre e raccontare in poche parole. Non che la fede non possa anche essere una certezza, abbiamo occasioni in cui la viviamo come tale, ma è difficile riuscire a lasciare sempre fuori dalla porta le domande o i dubbi che incontriamo quando la nostra fede è a contatto con la realtà, con le difficoltà nostre o di persone che con noi condividono la loro esperienza. Soprattutto, per riprendere l’affermazione dell’apostolo, non è sempre così facile affermare chi è il Signore nel quale riponiamo la nostra fiducia, in che modo si rivela a noi, in che modo entriamo in relazione con lui.

Sono convinto che l’apostolo, nostro fratello, abbia condiviso con noi forza e debolezza, momenti di solida certezza e domande che hanno messo in questione lui e la sua fede, il suo rapporto con Dio; neanche la sua può essere stata una fede totalmente inossidabile. Da dove viene allora la certezza che gli fa fare questa affermazione?

Il senso della sua confessione di fede non è in sé, nella propria certezza, che può umanamente vacillare; l’apostolo non sta parlando di sé, non sta descrivendo la sua esperienza di credente; in poche parole non sta parlando della sua fede in Dio, ma del Dio in cui ha fede. L’apostolo non parla della sua fedeltà al Signore, ma della fedeltà di Dio, una fedeltà che Dio gli ha fatto conoscere e sulla quale sa di poter sempre contare; magari qualche volta la vita gliela farà dimenticare, ma non per questo vuol dire che Dio si sia allontanato, sia venuto meno alla sua promessa di essere compagno di strada dell’essere umano.

“So in chi ho creduto”, dice l’apostolo. Allora può anche essere la nostra confessione di fede che non celebra il credente, ma il Signore che di tale fede ci fa dono nella sua grazia.

 

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