Roma: culto in memoria del vescovo Juliusz Bursche
13 settembre 2019
Commemorazione e ecumenismo: culto per la memoria del vescovo polacco ucciso nel campo di concentramento di Sachsenhausen
«La commemorazione fatta insieme rafforza l’ecumenismo tra le diverse confessioni». Questa frase ribadita da due vescovi luterani, Frank Otfried July, nuovo presidente del Comitato Nazionale Tedesco, Dnk, della Federazione Mondiale Luterana, Fml, e Jerzy Samiec è il riassunto dell’incontro avvenuto la sera del 9 settembre nella Basilica San Bartolomeo a Roma tra due delegazioni, una tedesca e l’altra polacca.
Il vescovo July è stato in visita a Roma dal 9 all’11 settembre per incontrare rappresentanti del Vaticano tra cui il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. L’11 settembre ha incontrato in udienza papa Francesco.
L’incontro tra le due delegazioni è avvenuto nell’ambito di un culto commemorativo per ricordare il vescovo polacco Juliusz Bursche ucciso il 20 febbraio 1942 nel campo di concentramento di Sachsenhausen. La rappresentanza polacca infatti era formata dal vescovo Samiecz e dai familiari del vescovo martire. Il reato contestato a Bursche fu il tradimento della nazione tedesca attraverso la “polonizzazione” della chiesa luterana. Il vescovo infatti, già prigioniero una prima volta a Mosca all’inizio della Prima Guerra, a partire dal 1918 aveva lavorato per il riconoscimento della chiesa luterana in Polonia, avvenuto nel 1937. Aveva introdotto la lingua polacca nella liturgia convinto che la fede luterana dovesse essere caratterizzata anche da una dimensione di appartenenza nazionale dei fedeli. Convinzione che portò al suo arresto nel 1939 e all’internamento nel campo di concentramento dove trovò poi la morte.
Durante il culto al quale ha partecipato anche la rappresentante legale della Chiesa Evangelica Luterana in Italia nonché vicepresidente del Concistoro, Cordelia Vitiello, è stata apposta una targa commemorativa di Bursche nella cappella dedicata alla memoria delle vittime del Nazismo. Cordelia Vitiello è rimasta molto colpita dall’atmosfera della Basilica San Bartolomeo e dal vedere la vicinanza tra queste due chiese, appartenenti a due popoli il cui rapporto è comunque segnato da profonde cicatrici. «È questo che dobbiamo fare oggi, ribadisce Vitiello, stare insieme e ricordare insieme per portare un’unica voce per la pace nel mondo».
La Basilica di San Bartolomeo è la chiesa della Comunità di Sant’Egidio a Roma. Un luogo pieno di significato. Costruita più di mille anni fa per contenere le spoglie di due martiri morti nel corso del 900, San Bartolomeo apostolo e Sant’Adalberto, vescovo di Praga, dal 2002 è dedicata alla memoria dei nuovi martiri cristiani di tutto il mondo e di tutte le confessioni.