«Invece un samaritano lo vide e ne ebbe compassione»
30 luglio 2019
Durante il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste la Diaconia valdese e Mediterranean Hope propongono un incontro su migranti e rifugiati
Per il secondo anno consecutivo Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e la Commissione sinodale per la Diaconia (Csd) propongono un incontro sul tema delle migrazioni, in occasione del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 25-30 agosto).
Il titolo,«Invece un samaritano lo vide e ne ebbe compassione» (Vangelo di Luca 10, 33) richiama la parabola del buon samaritano, più volte citata e presa come esempio per una scelta di “compassione”, appunto, che va contro le logiche più comuni (quell’”invece…”).
In occasione di questo incontro, che si terrà alla Galleria Scroppo (v. Roberto D’Azeglio 10) lunedì 26 agosto dalle 12,30 alle 14,45, sarà possibile ascoltare varie testimonianze su quanto sta accadendo nel Mediterraneo, soprattutto rispetto alle operazioni di ricerca e soccorso in mare, e sulla frontiera tra Stati Uniti e Messico, grazie alla presenza di persone che lavorano quotidianamente “sul campo”: due esponenti di ong sostenute dalla Fcei, Riccardo Gatti, capomissione della spagnola OpenArms, e Giorgia Linardi, portavoce in Italia della tedesca Sea-Watch, e il pastore Randy J.Mayer. Quest’ultimo, in servizionella United Church of Christ(Ucc) di Sahuarita (Arizona) dal 1998, è uno dei fondatori della Green Valley – Sahuarita Samaritans, organizzazione che offre aiuti umanitari ai migranti nelle aree di confine dell’Arizona-Sonora (lo avevamo intervistato qui nel 2017 in occasione del convegno internazionale «Vivere e testimoniare la frontiera» a Palermo).
Come raccontava Mayer all’agenzia Nev nel febbraio di quest’anno nell’intervista ripresa anche da riforma.it, l’organizzazione pattuglia il deserto lungo il confine fornendo ai migranti cibo, acqua, coperte e cure mediche, mettendo loro a disposizione questi beni anche nelle aree più pericolose. Ai migranti offrono anche assistenza legale, ed entrano in contatto con le pattuglie di frontiera: «Ciò è molto importante perché la nostra presenza umanitaria fa sì che le ronde siano consapevoli che c’è qualcuno che osserva e può riferire sul loro operato». Come ricordava Mayer, «negli anni ci sono state molte carovane, dall’America centrale e dal Messico, che hanno raggiunto il confine con gli Stati Uniti. (…) Le persone decidono di viaggiare in grandi gruppi, tra le 2000 e le 6000 persone per potersi occupare l’uno dell’altro, ed essere al sicuro dalle bande, dai cartelli, dalla polizia e dall’esercito». Il governo messicano e statunitense hanno cercato in tutti i modi di dividerle e fermarle, ma non ci sono riusciti.
Durante il Sinodo, nell’area di via Beckwith a Torre Pellice, saranno presenti gli stand di MH e della Csd in cui operatori e operatrici saranno a disposizione per presentare il loro lavoro.