«Cambiare le lenti» per avere uno sguardo diverso
20 giugno 2019
Un corso di aggiornamento per i vigili urbani sulla giustizia riparativa, un progetto di riqualificazione urbana: le ultime sfide del Centro diaconale valdese “La Noce” di Palermo
Un centro diaconale protestante e una forza di polizia: sembra difficile trovare punti di contatto. Eppure è possibile, e accade a Palermo, dove il Centro diaconale “La Noce” e la polizia municipale condividono anni di collaborazione, come ci spiega la direttrice Anna Ponente: «dall’accoglienza di donne vittime della tratta e dei migranti, alla giustizia riparativa, abbiamo trovato grande collaborazione e un punto di riferimento».
L’ultimo passaggio è l’accordo, reso noto solo ora ma attuato il mese scorso, per un corso di aggiornamento per la polizia municipale (a costo zero per il Comune, e il primo dopo dieci anni), su «mediazione penale e giustizia riparativa»: il risultato, secondo Ponente, «di un ragionamento comune nell’ambito della mediazione, della presa in carico e della cura da parte del nostro Centro di persone vulnerabili, per le quali è stato necessario collaborare con la polizia municipale, in quanto polizia di prossimità dei cittadini». Si tratta di una sperimentazione, spiega la direttrice, in cui «impegneremo le figure professionali del Centro, in particolare le mediatrici penali, sociali e di giustizia riparativa in alcuni corsi di aggiornamento e sensibilizzazione che si terranno nella sede della polizia municipale».
Il Centro è assai attivo sul tema con diversi servizi: dallo Sportello di mediazione e giustizia riparativa, a quello di ascolto alle vittime di reato (luogo di contenimento e rielaborazione di vissuti non attuabile in altri contesti, fondamentale nel momento successivo alla denuncia), a corsi di formazione per mediatori, alla Casa “Vale la pena”, che da quasi quattro anni accoglie cinque uomini affidati dall’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) di Palermo ed è finanziata della Federazione delle Chiese evangeliche svizzere e dall ’8 per mille delle Chiese valdesi e metodiste.
Il tema della giustizia è del resto al centro di diversi progetti della Diaconia valdese, come la Casa del Melograno, inaugurata nell’ottobre 2013 a Firenze; inoltre, la Commissione Carcere e Giustizia della Federazione delle chiese evangeliche in Italia lavora da tempo sulla sensibilizzazione e formazione riguardo a tale tema. Rispondendo a una diversa visione del reato e del colpevole, e allo stesso tempo a un’attenzione particolare alle vittime, il Centro è impegnato nelle misure alternative al carcere e nel reinserimento nella società, nell’ottica di una responsabilizzazione del detenuto, coinvolto in un percorso di cambiamento che in prospettiva riduce il rischio di recidiva. Negli anni ha seguito diverse decine di persone in percorsi di volontariato di riparazione simbolica del danno e lavori di pubblica utilità , sia per adulti sia per ragazzi che all’epoca del reato erano minorenni.
Ma non finisce qui: le mediatrici del Centro, aggiunge Anna Ponente, sono coinvolte in tre progetti di “comunità riparatoria” in tre quartieri di Palermo, tra cui appunto la Noce: «Partendo da un’idea di riqualificazione urbana che sta interessando tutta la città, nel quale le periferie sono parte integrata della città, anche il nostro quartiere (a quindici minuti dal “salotto” di Palermo) è rientrato in questa progettualità. Recentemente è stata riqualificata piazza Noce e sarà coinvolto tutto il Centro: i bambini, i detenuti, i ragazzi stranieri si occuperanno della piazza i n accordo con il Comune. Abbiamo pensato, insieme alla Tavola valdese, di donare un gioco per bambini, essendo oggi la piazza molto vissuta, da grandi e piccoli». E conclude: «Anche in questo caso possiamo parlare di mediazione comunitaria, il fulcro di tutto è il nostro quartiere e il nostro impegno, in tutti gli ambiti, è per i diritti di tutti... anche il diritto alla bellezza».
La colletta del culto di apertura del Kirchentag , il grande festival delle chiese protestanti tedesche al quale partecipa anche una delegazione italiana, tenutosi ieri, sarà devoluta alla Casa dei mirti un’altra delle aree di intervento del Centro “La Noce”, struttura di accoglienza di secondo li vello per quindici minori stranieri non accompagnati. Il commento di Anna Ponente è di gratitudine, senza nascondere le difficoltà: «Abbiamo accolto la notizia con gioia, non ce lo aspettavamo, per noi è un segno di attenzione per il Centro, che è molto conosciuto a Palermo, ed è molto attivo. In questo periodo di tagli e revisioni si tratta di un riconoscimento non solamente simbolico, ma di un aiuto concreto, essenziale per permetterci di mantenere gli standard nel rispetto dei diritti dei ragazzi e delle ragazze che accogliamo».