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«Radici e ali»

Nell’anno internazionale Unesco delle lingue autoctone, seconda edizione del Festival delle riforme culturali di Guardia Piemontese: una riflessione sul “diritto alla diversità”, la tutela dell’ambiente, il valore della cultura

«Radici e ali. Lingue materne, lingue autoctone, lingue e ambiente». Nell’anno internazionale dedicato dall’Unesco alle lingue autoctone, è questo il tema della seconda edizione del Festival delle Riforme culturali che “andrà in scena” dal 3 al 5 giugno prossimi a Guardia Piemontese. L’iniziativa, sostenuta dall’otto per mille della Chiesa valdese, è stata promossa dal comune calabrese, Città europea della Riforma (insieme a Venezia e Torre Pellice, per l’Italia, e diverse città europee tra cui Wittenberg, Vienna, Londra e Ginevra), insieme a diversi altri soggetti tra cui il Centro culturale Gian Luigi Pascale e l’Associazione LEM-Italia (Lingue d’Europa e del Mediterraneo). 

Il festival «intende porsi come riferimento nazionale e, in prospettiva, internazionale per tutte le persone che si riconoscano nell’istanza di produrre o incoraggiare cambiamenti culturali edificanti nella società contemporanea». 
Poco interessato a eventi spettacolari e mediatici, privilegia l’incontro autentico e l’approfondimento di temi sentiti come particolarmente urgenti: «il diritto alla diversità, la democrazia culturale, lo sviluppo sostenibile, la tolleranza religiosa, la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del paesaggio, l’educazione alla cittadinanza, la libertà di pensiero e di parola, l’altermondialismo, la coesione e l’integrazione sociale, il ruolo della memoria, le forme e la natura dell’identità, i legami intergenerazionali, il valore delle lingue di prossimità o minoritarie».
In questa edizione in particolare, il festival intende proporre un approccio innovativo al problema della difesa e promozione della diversità linguistica e culturale, riflettendo al tempo stesso sulla crisi dei modelli sociali, economici e politici del nostro tempo, sulla deriva xenofoba, su un’idea fallacemente consumistica di libertà. L’idea è di «interrogarsi sul ruolo che le lingue minoritarie, identitarie, di prossimità, pensate tradizionalmente come “oggetti” o “patrimoni” da tutelare, possono svolgere per accompagnare il cambiamento dei modelli sociali e culturali contemporanei, diventando avamposti di un nuovo modo di concepire le relazioni tra le persone».

Tra gli ospiti di questa edizione, Marco Fratini, testimonial del Festival, bibliotecario presso la Fondazione Centro Culturale Valdese (Torre Pellice, To) e membro del Comitato editoriale della rivista Riforma e movimenti religiosi (già Bollettino della Società di studi valdesi, fondato nel 1884); Walter Pellegrini, dal 1982 titolare della Casa editrice Luigi Pellegrini, uno dei principali editori calabresi, che ha recentemente inserito nel suo catalogo opere sulla tradizione occitana piemontese; Fernanda Pugliese, che interverrà in rappresentanza degli sportelli linguistici molisani (arbëreshe na-našu), portando il buon esempio di sinergia tra comunità dei parlanti, comunità scientifica, associazioni e pubblica amministrazione.
Nel corso del festival il regista friulano Massimo Garlatti-Costa con la sua troupe effettuerà le prime riprese del film Lingua Mater (Produzione LEM-Italia e Raja films) nell’ambito del progetto europeo Viva Tramontana. Ogni partecipante è invitato a dare la propria testimonianza del suo rapporto «sentimentale» con la propria lingua materna. 
Sono poi previsti laboratori condotti dagli ospiti, mini-corsi di lingua occitana, laboratori sulla linguistica per lo sviluppo animati da Jean Philippe Zouogbo, docente di Linguistica all’Université Paris-Diderot e fondatore della rete internazionale Poclande (Popolazioni, Culture, Lingue e Sviluppo), escursioni (in particolare nei “sentieri valdesi” recentemente valorizzati, ne avevamo parlato qui), conferenze, visite guidate al centro storico di Guardia Piemontese e al Museo valdese, musica, letture, degustazioni.

Foto: Paolo Musacchio [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]

 

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