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Rispettare il prossimo

Un giorno una parola – commento a Levitico 25, 17

Nessuno di voi danneggi il suo prossimo, ma temerai il tuo Dio
Levitico 25, 17

Gesù dice: «Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io»
Giovanni 13, 15

È difficile attuare ciò che questo versetto ci chiede, menomale allora che Dio ci dà delle regole. Se il timor di Dio è anche il non appropriarci di ciò che è suo, allora col nostro prossimo dobbiamo attuare sempre un criterio di precauzione: se non possiamo essere relativamente sicuri che una nostra azione, un nostro atteggiamento, delle nostre parole, una nostra decisione, non danneggino il nostro prossimo, allora dobbiamo astenerci dal dire o dal fare quella cosa. Anche nel pensiero biblico sapienziale la prudenza è la prima delle virtù. Il prossimo appartiene a Dio, se ci fidiamo di Dio eviteremo di appropriarci di ciò che è suo. All’uomo e alla donna, nel giardino di Eden, il serpente non chiede “volete essere come me?”, ma chiede “volete essere come Dio?”. Per tutti noi questa è una tentazione costante, ma la regola che ci è comandata è l’antidoto; ebbene, nella Bibbia la regola si è fatta carne, la carne del nostro prossimo. L’etica si deve fare carne, quella del nostro prossimo nella sua unicità e specificità, con i suoi bisogni, desideri, limiti, sogni, sentimenti, e solo lei o lui mi può dire quali sono. Rischiamo troppo facilmente l’insubordinazione a Dio, se ci impegniamo a non danneggiare un principio astratto, la famiglia modello, l’identità, la morale borghese, anziché la carne che il nostro prossimo è. Il pluralismo etico non è un’acquisizione moderna, la Scrittura ce lo dice da sempre: quante etiche esistono? Ne esistono quanti esseri umani esistono. Non nel senso che ogni persona si fa egoisticamente la propria etica, ma nel senso che ogni persona con i suoi bisogni, sentimenti, deve diventare per me l’etica da rispettare, se non voglio rapinare a Dio ciò che è suo. Ogni volta che riusciremo, con le nostre incertezze e i nostri limiti, a fare del nostro prossimo il limite da non valicare, allora riconosceremo la signoria di Dio e il suo regno. L’annuncio della Chiesa poi, è che l’etica di Dio si è fatta carne in Cristo Gesù, il servo, nostro redentore.

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