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Dio guarda al cuore non all'apparenza

Un giorno una parola – commento a I Samuele 16, 7

L’uomo guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore
I Samuele 16, 7

E il Signore, voltatosi, guardò Pietro; e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detta: “Oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”. E andato fuori, pianse amaramente
Luca 22, 61-62

Samuele visse momenti pieni di suspense quando il Signore gli disse di trovare un nuovo re per Israele. La missione era pericolosa, perchè se il re Saul fosse venuto a saperlo avrebbe certo reagito con violenza. Samuele ricevette l’indicazione di ungere come nuovo re uno dei figli di Isai, un pastore e allevatore di Betlemme.

Isai presentò i suoi figli a Samuele. Con quale criterio doveva essere scelto il futuro re? 

Cercando di individuare il primo re di Israele, Samuele aveva trovato Saul, un giovane della tribù di Beniamino “tra i figli di Israele non ce ne era uno più bello di lui; era più alto di tutta la gente, dalle spalle in su” (I Sam 9, 2). Ma non fu una scelta felice. All’apparenza chi poteva esser meglio di Saul? Eppure non seppe seguire le indicazioni di Dio che Samuele gli trasmetteva. Il suo cuore non ne era capace.

Per questo Dio indicò a Samuele il più giovane dei figli di Isai, nonostante i suoi fratelli mostrassero maggiori doti e capacità. Sette giovani passarono davanti a Samuele, ma Dio gli indicò l’ottavo, Davide. Poteva sembrare il meno adatto, ma Dio vide che il suo cuore era ben disposto, pronto ad accettare la sua guida. 

Beato Samuele cui il Signore dava indicazioni così chiare!

Noi ci fidiamo troppo delle nostre sensazioni e delle nostre preferenze quando dobbiamo trovare qualcuno cui affidare delle responsabilità. Si può sbagliare nella scelta del pastore e del consiglio di una chiesa, nell’elezione di chi amministra una città o deve governare una nazione. La storia è tragicamente piena delle conseguenze di questi errori di valutazione. E spesso anche chi ha il potere, in buona o malafede, si attornia di persone sbagliate.

Non basta riscontrare che una persona parla bene o presenta bene, che la pensa come noi e difende i nostri interessi, non fidiamoci se alza la voce e “dice le cose chiare”. 

Non è facile, ma occorre imparare a soppesare, andare in profondità, valutare le conseguenze: cercare di capire il “cuore” di chi si ha davanti.

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