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Pisa, minacce alle istituzioni e alla Chiesa valdese per il sostegno alla moschea

Lettera minatoria recapitata ad un circolo locale del Partito democratico. Il Consiglio della Chiesa valdese di Pisa ha diramato un comunicato

Nel mese di dicembre avevamo dato conto del sostegno che la chiesa valdese di Pisa aveva dato all’ipotesi di edificazione di una moschea. Nei giorni scorsi una lettera anonima ha espresso minacce rivolte a un circolo Pd, alla diocesi e alla chiesa valdese stessa. Il Consiglio della Chiesa valdese di Pisa ha reso noto oggi questo comunicato:

«Quando abbiamo preso posizione a favore della libertà di culto per tutti, e quindi anche a favore della costruzione della moschea a Pisa, sapevamo che la nostra opinione non sarebbe piaciuta a tutti. Non ci aspettavamo invece, e ci preoccupa, che qualcuno pensasse di rispondere con una lettera anonima minacciando di far esplodere il circolo Pd di Pisanova-Cisanello, il Consiglio pastorale diocesano e la nostra Chiesa a causa delle posizioni espresse a favore della libertà di culto.

Siamo solidali con il circolo del Pd e il Consiglio pastorale diocesano che sono stati minacciati insieme a noi – e ricambiamo la loro solidarietà, così come ringraziamo le Acli, l’Agesci, la Rete degli studenti medi, l’Unione degli universitari, il Sindaco, Una città in Comune, Sinistra per e i numerosi concittadini che ci hanno espresso la loro solidarietà. Naturalmente questo episodio non modifica il nostro impegno per la libertà di culto, dei musulmani come di chiunque altro, che, oltre a essere principio essenziale per il nostro modo di vivere la fede cristiana, è garantita dalla Costituzione del nostro Paese.

Noi non viviamo e non vivremo nella paura, nonostante le minacce, non perché ci sentiamo forti o potenti ma perché abbiamo fiducia nel Dio della pace e del dialogo. Come dice il Salmo 27, «Il Signore è la mia luce e la mia salvezza, chi temerò? Il Signore è il baluardo della mia vita, di chi avrò paura?».

Siamo disponibili a discutere dell’argomento con chiunque, non essendo d’accordo con noi, abbia il coraggio delle proprie affermazioni e sia disposto a confrontarsi civilmente. Sporgeremo invece denuncia contro chi, essendo a corto di argomenti, è passato alle minacce».

 

 

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