Quando il vescovo non ci sta!
21 novembre 2018
Il reverendo Geoff Annas della chiesa d’Inghilterra del North Staffordshire chiede al governo di riaprire il centro di accoglienza di Etruria
Stoke On Trent è un posto in cui non capiterete mai per caso, o per un giro turistico organizzato: si tratta di un luogo classico nella cultura suburbana britannica, di una città dormitorio sviluppata intorno alle miniere o alle industrie. Per molti aspetti è una faccia dell’Inghilterra. Da quest’estate uno dei leader della chiesa d’Inghilterra del North Staffordshire, chiede con forza al governo la riapertura di un centro di accoglienza per immigrati, nella zona nota con il nome di Etruria. Una scelta, quella di chiuderlo «immotivata», che ha scatenato tanta indignazione tra i residenti e i membri di chiesa. La struttura di Etruria (il quarto e penultimo sito per l’industria della ceramica di Wedgwood che prese il nome dal distretto italiano dell’Etruria, o casa degli Etruschi, rinomati per i loro prodotti artistici) si trovava nell’area settentrionale ed è stata chiusa senza alcun preavviso ricorda il vescovo Geoff Annas: «Una situazione che provocherà, per centinaia di richiedenti asilo, la perdita dei diritti e delle possibilità d’integrazione acquisite, come ad esempio poter lavorare la ceramica e ricevere le sterline settimanali necessarie per vivere. Per loro, poi – dice
Annas –, c’è il problema di doversi recare al Dallas Court di Salford per firmare il registro presenze», ha proseguito il vescovo anglicano nella missiva inviata al nuovo ministro «dell’immigrazione» britannico, Sajid Javid, immigrato di seconda generazione e ministro dell’Interno del Regno Unito dopo le dimissioni di Amber Rudd, accusata di aver negato i diritti a una generazione di immigrati delle ex colonie caraibiche. Una lettera, quella di Annas, che è anche un appello al buon senso nel chiedere la riapertura del Centro di accoglienza per «consentire ai richiedenti asilo di poter tornare a lavorare le ceramiche senza dover affrontare ogni giorno un tragitto incomprensibile: un viaggio di andata e ritorno di 100 miglia di due ore per tratta che può costare a persona almeno 20 sterline – ha concluso Annas –. Chi dovesse poi perdere l’appuntamento rischia di essere multato o arrestato e di vedersi negare qualsiasi supporto per l’asilo».