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Informazione sotto minaccia

Dal 25 al 27 ottobre approda a Torino per la seconda volta il Premio giornalistico d’inchiesta «Roberto Morrione». L’iniziativa vede come media partner il settimanale Riforma, Riforma.it e Radio Beckwith evangelica

«Molti colleghi mi chiedono se si può rischiare la pelle per 5 euro lordi a notizia. Nessuno di noi – dice Paolo Borrometi, giornalista minacciato di morte dalla mafia e presidente dell’Associazione per la libertà d’informazione Articolo 21 – vuole essere eroe, ma un giornalista ha l’obbligo di informare e il cittadino può scegliere solo se è informato e noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare».

Alla fine di questa settimana (dal 25 al 27 ottobre) approda a Torino per la seconda volta e con il titolo Informazione sotto minaccia il Premio giornalistico d’inchiesta «Roberto Morrione», promosso dall’Associazione Amici di Roberto Morrione, dalla Rai, dalla Regione Piemonte, dal Consiglio regionale del Piemonte e dall’Otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi. Un’iniziativa che vede come media partner il settimanale Riforma e Riforma.it e Radio Beckwith evangelica.

Sono 3360 i giornalisti minacciati in Italia e molti di questi vivono «sotto» scorta per aver denunciato il malaffare e la corruzione, che minano alle fondamenta la nostra democrazia. Dal 25 ottobre saranno tanti gli ospiti e i temi previsti per la «tre giorni» dedicata all’informazione d’inchiesta che culminerà con l’assegnazione dei premi alle inchieste vincitrici consegnati dalla pastora valdese di Torino Maria Bonafede.

Il Premio Morrione, aperto a tutti i maggiorenni che non abbiano ancora compiuto i 31 anni di età, finanzia la realizzazione d’inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale, rilevanti per la vita politica, sociale o culturale dell’Italia, quali l’attività delle mafie e delle organizzazioni criminali, i traffici illegali (rifiuti tossici, armi, esseri umani, droghe), le attività di corruzione e d’intimidazione; l’attività di organizzazioni segrete o clandestine con progetti eversivi o terroristici, le violazioni dei diritti umani.

«Vogliamo che i giovani s’impegnino in questo mestiere delicatissimo – ha rilevato il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini –, per questo motivo sosteniamo il Premio che stimola il giornalismo critico, quel giornalismo che ha delle idee, delle buone idee, capace di separare l’informazione vera, basata sui fatti e capace di indagare, da quella che propone solo commenti, oggi fatti passare per notizie».

Le tre giornate saranno intessute di conferenze, incontri di formazione, proiezioni, tavole rotonde, dibattiti con la partecipazione di giornalisti in prima linea e con la schiena dritta – proprio come insegnava Roberto Morrione (fondatore di Rai News 24 e di Libera informazione, ndr) – vittime di minacce, violenze, intimidazioni», rileva la portavoce del Premio stesso, Mara Filippi Morrione.

Nel mondo, infatti, da gennaio 2018 a oggi sono stati uccisi 67 giornalisti e 4 operatori; 297 sono in prigione. È quanto emerge dai dati pubblicati da Reporters sans frontières e aggiornati al 9 ottobre 2018. 3660 sono invece i giornalisti minacciati in Italia dal 2006 a oggi.

Si comincerà dunque giovedì 25 ottobre alla Scuola Holden, dove saranno presentate le quattro inchieste finaliste e il nuovo bando del Premio con la partecipazione di tutti i finalisti. In concomitanza, dalle 18, al Sermig, Ezio Mauro presenterà il suo recente libro L’uomo bianco (Feltrinelli). La stessa sera, dalle 21 alle 23, al Circolo della Stampa, si terrà l’incontro «#NoiNonArchiviamo – Ilaria Alpi, quale giustizia?». Il programma è disponibile sul sito del Premio: www.premiomorrione.it

(foto di Andrea Marcantonio)