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Gli angeli della montagna

Una giornata con il Soccorso Alpino Piemontese, dalla centrale operativa di Grugliasco al campo volo e centro di addestramento cinofilo di Basse Dora a Torino. 

Il turismo, per l’Italia e le Alpi, è un fattore importantissimo di crescita economica e sviluppo, a patto che sia sostenibile. Probabilmente, però, non c’è turismo più pericoloso di quello alpino. La Croce Rossa montana – il 118 pubblico che viene a salvarti quando qualcosa va storto, non sei abbastanza preparato, o commetti un errore – è il Soccorso Alpino, o meglio il CNSAS, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

 

In Piemonte il corpo è formato da 1.200 volontari e il Soccorso Alpino ha anche una scuola regionale tecnici, cioè coloro che formano i volontari, e una scuola regionale «sanitari», proprio perché è l’ente preposto al soccorso sanitario in terreno impervio.

 

La centrale operativa regionale si trova a Grugliasco, dove condivide i locali con la sede del 118. «Da qui – spiega Simone Bobbio, addetto stampa del Soccorso Alpino – transitano oltre 1.500 telefonate all’anno. Circa 500 vengono passate ad altri enti, a volte anche esteri, oppure gestite direttamente dall’operatore di centrale che spesso, anche grazie alla tecnologia e alle mappe cartografiche, è in grado di indirizzare le persone verso il sentiero più vicino. Nel 2016 le persone soccorse sono state 1.200. Sono quattro gli aeroporti in cui stazionano altrettanti elicotteri di soccorso: Aerospazio civile di Basse Dora, all’aeroporto di Cuneo Levaldigi, a Borgosesia e ad Alessandria. In tre aeroporti, Torino, Cuneo e Borgosesia, si trova anche un’unità cinofila con cani antivalanghe addestrati.

 

Nel 2018, invece, nei primi quattro mesi fino al 30 aprile, ci sono stati 632 interventi, 400 persone soccorse, 17 decessi, 15 eventi di valanga. Nello stesso periodo del 2017 gli interventi furono 514, con 309 persone soccorse, 11 decessi, e 15 eventi successivi a valanghe.

 

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