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Lucca-torreguinigi

Il sogno di Maselli diventa realtà

Presentato il nuovo Centro ecumenico di Lucca, nato dalla collaborazione tra chiesa valdese, cattolica e Comune

A due anni dalla scomparsa di Domenico Maselli prende corpo a Lucca il suo «sogno ecumenico» con la nascita di un Centro intitolato al pastore, professore e deputato protestante e a Giuliano Agresti, arcivescovo dal 1973 fino alla morte nel 1990. Un anno fa, in occasione di un convegno in sua memoria, Alberto Corsani (l’articolo si può leggere qui) lo annunciava commentandolo con il prof. Paolo Ricca, che osservava: «Lasciare un sogno in eredità è soprattutto una grande sfida per gli eredi che si riuniscono attorno a un suo testo, per la verità assai breve, in cui egli sognava la creazione di un centro ecumenico che “dovrà essere gestito dagli enti locali con pari presenza delle due Chiese”».
Questa impostazione si è realizzata nella iniziativa congiunta della chiesa valdese della chiesa cattolica e del Comune di Lucca, ed è stata presentata sabato 21 aprile proprio nella sede di rappresentanza del Comune, la cinquecentesca Villa Bottini, con gli interventi del sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, di don Mauro Lucchesi vicario episcopale per l’ecumenismo, e di Samuele Del Carlo per la chiesa valdese. 
Intervistato da Radio Beckwith evangelica, Del Carlo ha raccontato il lungo iter di creazione del Centro, approvato dal Consiglio comunale nel giugno 2017: «Un sogno a lungo coltivato da Maselli, già negli anni Ottanta insieme all’arcivescovo Agresti, che si è concretizzato solo nell’ultimo anno della sua vita impegnandolo molto, anche se sapeva che probabilmente non l’avrebbe vista realizzata».
L’iniziativa è unica nel suo genere, ricordava Corsani nell’articolo sopra citato, e ribadisce Del Carlo: «Non è mai avvenuto in Italia, forse nel mondo, che una città, lo Stato, si interessasse di ecumenismo. È un ecumenismo della città, che vuole essere maestro non soltanto per un numero limitato di persone o di chiese, ma per tutti. Ecumenismo come modo di intendere la convivenza tra gli uomini, laici e credenti, secondo la lezione di Maselli che all’ecumenismo ha dedicato la sua vita, non in senso tecnico ma nel modo di predicare, di insegnare, di svolgere l’attività politica».
La storia dell’ecumenismo a Lucca è complessa: città da sempre indipendente, dal punto di vista politico ma anche religioso, «non vi arrivò mai l’inquisizione, ma rimase per certi versi una città chiusa. Oggi è una città con delle chiusure, ma anche dei fermenti, una città ricca di contraddizioni, commenta Del Carlo, e ricorda: «È stata la città con il maggior numero di convertiti evangelici alla Riforma, all’inizio del Cinquecento: una settantina di famiglie che poi dovettero rifugiarsi a Ginevra. Tra questi c’era Carlo Diodati, battezzato da papa Paolo III, padrino dell’imperatore Carlo V, e padre di quel Giovanni Diodati che da Ginevra tradusse la Bibbia in italiano».
Il cammino ecumenico a Lucca è cominciato prima del Concilio Vaticano II, ricorda ancora Del Carlo, già nel dopoguerra quando (ad esempio) una delle due sorelle Ciaffrei, che abitavano sopra la chiesa valdese, suonava l’organo nella vicina chiesa di san Paolino, anche se esplose soprattutto dal 1980, con l’arrivo a Lucca di Domenico Maselli, pastore della chiesa locale per 35 anni.
L’importanza di questo percorso, ancora in atto, è che «è avvenuto con la partecipazione di tutte le chiese evangeliche, non soltanto di quella cattolica e valdese. Quello che stiamo cercando di realizzare è una comunione che non significa con-fusione o omologazione, prima di tutto con i fratelli evangelici. Maselli è stato maestro in questo, oggi siamo chiamati in causa per proseguire su quella strada, sulla linea di quella libertà di poter essere diversi e in comunione».
Puoi ascoltare l’intervista integrale qui.

Foto: Wikimedia

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