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Jacopo Lombardini a Cinisello

In occasione del Giorno della Memoria e dei 50 anni del Centro evangelico che ne ha preso il nome, Cinisello Balsamo dedica un pomeriggio di testimonianza al «maestro di libertà»

«Il 24 aprile 1945 un uomo alto e magro entrava nella camera a gas del campo di concentramento di Mauthausen: si chiamava Jacopo Lombardini; con lui c’erano giovani partigiani, ebrei, altri deportati, le ultime vittime del nazismo che varcavano la tragica soglia nel cuore dell’Austria annessa alla Germania.

Dietro di lui c’era una lunga storia: figlio di minatori delle Alpi Apuane, Lombardini aveva faticosamente ottenuto la licenza magistrale, ma non aveva potuto insegnare che per pochi anni: antifascista convinto, era stato picchiato, deriso, allontanato da ogni regolare posto di lavoro.

Negli anni peggiori della persecuzione fascista aveva trovato la fede in Dio, attraverso la predicazione di un piccolo gruppo evangelico, ed era divenuto lui stesso predicatore volontario.

Dopo aver vissuto di stenti durante il «ventennio», all’inizio della seconda guerra mondiale egli aveva finalmente trovato un lavoro in Piemonte, tra i valdesi. Quando nel 1943 iniziò la Resistenza armata quest’uomo di 53 anni scelse di partecipare alla lotta, insieme ai montanari valdesi, insieme ai giovani a cui aveva pazientemente spiegato per anni la falsità della menzogna fascista: quei giovani, quei montanari lo accettarono volentieri come compagno di lotta e anche come predicatore». Dopo meno di un anno, il 24 aprile 1944 veniva catturato e deportato a Mauthausen, dove moriva a 53 anni.

Così viene tratteggiata la storia di Lombardini nel comunicato stampa di presentazione della iniziativa che il 28 gennaio prossimo ricorderà al tempo stesso il Giorno della Memoria e i 50 anni del Centro evangelico che nel 1968 prendeva il nome proprio da questo «maestro» in tutte le accezioni della parola. Avevamo ripercorso la storia del Centro e della Comune qui.

Continua il comunicato: «Jacopo Lombardini non era un eroe. Era solo un credente che aveva voluto vivere la sua vita in modo coerente: quindi mediante un impegno pieno nella realtà umana, sociale e politica. Il fascismo non gli aveva permesso di insegnare nelle scuole dello Stato ma era stato egualmente un maestro. Perciò il suo nome è stato ripreso nel 1968 dal gruppo di intellettuali e di tecnici che desideravano esprimere concretamente la loro solidarietà con la classe lavoratrice: insegnamento e partecipazione, antifascismo e passione politica, predicazione e testimonianza; su questi tre elementi si è fondata la storia del Centro Culturale Jacopo Lombardini».

Alle ore 16 all’Auditorium del Centro Culturale «Il Pertini» di Cinisello Balsamo (piazza Confalonieri 3) è previsto un pomeriggio di testimonianza, storia e riflessione.

Sarà proposto il recital del Gruppo Teatro Angrogna interpretato da Maura Bertin e Jean-Louis Sappé, Jacopo Lombardini un maestro di libertà (avevamo presentato lo spettacolo qui).

Lo spettacolo sarà presentato da Giorgio Bleynat, già membro del «Lombardini», seguiranno interventi di Emilio Florio, docente di storia e filosofia, sulla Resistenza nelle valli valdesi, e i saluti di Leo Visco Gilardi, presidente Aned Milano, Gabriella Milanese, vicepresidente Anpi Cinisello Balsamo. Sono previsti anche i saluti istituzionali del sindaco Siria Trezzi, degli assessori alle Pari opportunità e Politiche di integrazione Patrizia Bartolomeo e alle Politiche culturali, Andrea Catania.

Per altre informazioni vedere il sito: www.jlombardini.org

 
Foto: Jacopo Lombardini con un gruppo di giovani. Fonte: Lorenzo Tibaldo, Il viandante della libertà. Jacopo Lombardini (1892-1945), Claudiana, Torino 2011.

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