Ricorre oggi, 17 gennaio, la XXIXa giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei indetta dalla Conferenza episcopale italiana. Il tema di quest’anno è costituito dal libro biblico delle Lamentazioni, che nell’ebraismo è la lettura biblica del giorno di digiuno del 9 di Av (cade in luglio-agosto), ricordo della distruzione del primo tempio ad opera dei Babilonesi, ma anche del secondo ad opera di Tito (70 e.v.) e della fine dell’indipendenza ebraica e della distruzione di Gerusalemme nella repressione dell’ultima rivolta antiromana nel (133-135 e.v. ).
La giornata è, fin dall’inizio, intenzionalmente collocata il 17 gennaio, cioè nel giorno immediatamente precedente l’inizio della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Fino a tempi recenti, le varie confessioni cristiane, pur divise, sono state accomunate da un atteggiamento polemico nei confronti dell’ebraismo, da una sorta di sequestro delle Scritture di Israele da parte dell’ermeneutica cristiana, dalla visione trionfalistica della chiesa come nuovo e vero Israele e dall’idea che gli ebrei non potessero godere degli stessi diritti dei cristiani. La collocazione del 17 gennaio è lì a ricordare che la ricerca di un nuovo rapporto con il popolo ebraico e, anche e ancor di più, una revisione della visione cristiana di Israele e del nostro rapporto con le Scritture di Israele, il nostro Antico Testamento, sono un’urgenza che investe ugualmente tutte le chiese, che tutte hanno nella loro storia e nel loro discorso le posizioni che faticosamente, dopo la Shoah, hanno imparato a riconoscere e a denunciare.
La giornata di quest’anno cade all’inizio di un anno, il 2018, in cui ricorreranno anniversari importanti. Ottanta anni fa, nel 1938, venivano promulgate nel nostro Paese le infami leggi razziali fasciste, una pagina vergognosa e in gran parte rimossa o minimizzata della storia del nostro paese, ma anche dei cristiani in Italia. Settanta anni fa, nel maggio del 1948, nasceva lo Stato di Israele. Il rapporto con la dimensione politica e statuale dell’esistenza del popolo ebraico, che non può essere ridotto alla sola dimensione religiosa, è ancora un nervo scoperto per molti cristiani che pure cercano un nuovo rapporto con l’ebraismo. E l’antisemitismo, mai del tutto sconfitto, continua a riaffacciarsi, in un clima, oltre a tutto, in cui sempre più si rafforzano le identità con la denigrazione dell’avversario o semplicemente del diverso.
Il 17 gennaio è, per le sue dimensioni, un «piccolo» evento, ma le intenzioni che lo animano e ciò che in esso avviene sono di grande momento.