C'è ghiaccio e ghiaccio
03 gennaio 2018
Le nuove mode degli hotel di lusso che si sciolgono in primavera e il dramma di chi vive senza un tetto o in cerca di un futuro di speranza
Una delle attrazioni che da qualche anno viene pubblicizzata come luogo unico per vacanze di sogno è quella degli Ice Hotel, gli alberghi di ghiaccio. Per costruirli, al posto del cemento si usa il ghiaccio, come, molto più in piccolo, si vedono fare sculture di ghiaccio nelle piazze e sulle fontane delle città. Gli hotel di ghiaccio, dove pare ci si abitui facilmente alla temperatura, comunque un po’ più bassa del solito, si trova naturalmente di tutto, suite di lusso, shopping, video, saune, massaggi, mentre, sdraiati sul proprio letto di ghiaccio si può assistere a una splendida aurora boreale attraverso il tetto di vetro… Se girate un po’ su Internet potete trovare numerose offerte dalla Lapponia alla Norvegia, dalla Romania al Canada… Nelle sale interne si offrono alla vista sculture di tutti generi; in molti casi, poi, tutto si rinnova perché gli alberghi si sciolgono e si ricostruiscono da capo ogni anno!
Più vicino a noi, in Val di Susa, c’è un altro genere di ghiaccio e di neve che non fa sculture ma valanghe altrettanto «spettacolari» (se viste da lontano…). Questo è il ghiaccio dei poveri, la neve profonda e gelida degli affamati, la sauna degli immigrati che cercano la salvezza tra i colli delle montagne con le scarpe di plastica.
In qualche modo, partendo dalla Tunisia o dalla Costa d’Avorio, sono arrivati dai barconi fino a Bardonecchia: di qui, se si riesce a varcare il Colle della Scala e a scendere nella Valle della Clarée, si arriva a Briançon dove ci si può appoggiare a un centro di accoglienza… Ovviamente sulla strada asfaltata sono dislocati i blocchi dei gendarmi francesi... Ci sono dei sentieri, a volte i valligiani danno le indicazioni giuste o un po’ di ospitalità di nascosto; volontari di varie organizzazioni aiutano; con altre ore di cammino si può arrivare fino a Modane, dove ci sono molti francesi di origine straniera e i gendarmi faticano a controllare tutti…
Sui sentieri tra il ghiaccio e la neve, settant’anni fa passavano partigiani italiani e francesi della Resistenza che cercavano di far fuggire ebrei e rifugiati politici. Le saune e le aurore boreali negli ice hotel non erano ancora state immaginate. Oggi i ricchi (ma anche solo gli «abbienti») vanno a dormire per farsi piacere su letti di ghiaccio (con coperte), in alberghi di ghiaccio, con tutto fatto con il ghiaccio. È una nuova moda dopo i mari del Sud e le spiagge delle Seychelles.
Gli «affamati di giustizia», ma prima ancora affamati di affetto e di pane, dormono sui nostri marciapiedi di ghiaccio, con sotto di sé un cartone di ghiaccio e, sopra, un giornale ghiacciato. E non si sentono «beati»: non vedono nessuna aurora, tanto meno boreale, ma solo un faticoso risveglio anch’esso di ghiaccio...