Ventimiglia. #OpenEurope a fianco di chi non ha diritti
07 dicembre 2017
Diaconia valdese e Oxfam Italia ancora insieme a favore dei migranti con primo soccorso e assistenza legale. Dopo la Sicilia, stavolta sul confine tra Francia e Italia dov’è emergenza umanitaria
La partnership tra Diaconia valdese e Oxfam Italia a favore dei diritti dei migranti si arricchisce di un ulteriore tassello: il programma #OpenEurope, teso al primo soccorso e all’assistenza legale di richiedenti asilo, e portato avanti da più di un anno e mezzo in Sicilia, viene riproposto ora anche a Ventimiglia, sul confine franco-italiano. Con l’inverno alle porte qui regna «una vera e propria emergenza umanitaria». Questa la denuncia delle due organizzazioni che puntano il dito soprattutto sui respingimenti da parte delle autorità francesi di minori migranti non accompagnati: «una prassi intollerabile».
In questi giorni 200 persone circa dormono all’aperto nel campo improvvisato lungo il greto del fiume Roia, altre 500 vivono nel centro di transito gestito dalla Croce Rossa. Si calcola che un terzo di loro siano minori non accompagnati. Sono quasi tutti fuggiti da paesi in guerra (Sudan, Iraq, Afghanistan, Eritrea e altri ancora), e si ritrovano fuori dal sistema di accoglienza per i richiedenti asilo.
Anche a Ventimiglia è ora entrata in azione l’unità mobile di OpenEurope, costituita da due operatori socio-legali e un mediatore linguistico-culturale. Oltre a distribuire kit di prima necessità ai migranti, identificano i casi di abuso soprattutto verso i soggetti più vulnerabili, forniscono assistenza legale per presentare ricorso verso il decreto di respingimento a supporto di un’eventuale richiesta di protezione internazionale, e informano sui servizi presenti sul territorio e sui rischi connessi all’attraversamento della frontiera.
«Il progetto a Ventimiglia non risolverà i problemi di tutti – ammette il segretario esecutivo della Diaconia valdese, Gianluca Barbanotti – ma, a volte, è importante essere presenti dove appaiono con vivida concretezza le contraddizioni dell’accoglienza nel momento in cui queste si manifestano alle persone che cercano un futuro migliore».
Intanto i promotori dell’iniziativa chiedono alla Commissione europea e agli Stati membri della UE che vengano messe in atto tutte le procedure affinché i diritti – in particolare di minori fuggiti da guerre, persecuzioni e povertà – vengano sempre garantiti. E all’Italia chiedono che vengano ridotti i tempi per le procedure di ricongiungimento familiare, garantendo canali di accesso sicuro verso l’Europa.
Contestualmente è stata lanciata la campagna #StandAsOne per chiedere al governo italiano che siano garantiti la sicurezza e i diritti delle persone che fuggono da guerra e povertà. E’ possibile firmare l’appello qui.