«Notizie da paura»
06 dicembre 2017
Il V Rapporto Carta di Roma sarà presentato domani alle 11 presso la Camera dei Deputati
Torna l’appuntamento annuale che vede media ed esperti a confronto sulla «rappresentazione dell’immigrazione» e su quanto e come se ne è parlato nei media italiani, giornali e televisioni nel 2017.
Domani, 7 dicembre alle 11, presso la Camera dei Deputati (Sala Aldo Moro) sarà presentato il V Rapporto dell’Associazione Carta di Roma – della quale è membro fondatore e siede nel direttivo anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) – che fotografa le tendenze che hanno caratterizzato un anno di racconto delle migrazioni e delle minoranze: «Quanto e come i media italiani hanno raccontato le migrazioni e le minoranze nel 2017? In che modo tale narrativa ha influenzato la percezione di lettori e ascoltatori? Il giornalismo ha contribuito a contrastare o a promuovere i discorsi d’odio?», quesiti che, insieme ad altri, proverà a rispondere «Notizie da paura», il quinto rapporto annuale su media e immigrazione curato dall’Associazione Carta di Roma insieme all’Osservatorio di Pavia, in collaborazione con l’Osservatorio europeo per la sicurezza.
A presentare le tendenze e a confrontarsi saranno: Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma; Ilvo Diamanti, professore presso l’Università di Urbino e direttore di Demos; Paola Barretta, ricercatrice senior presso l’Osservatorio di Pavia; Corrado Augias, giornalista e scrittore, Mario Morcellini, commissario dell’AgCom, Vincenzo Morgante, direttore TGR, Antonio Nicita, commissario dell’AgCom.
«Notizie da paura», sostenuto attraverso i fondi otto per mille dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi, è composto da 3 sezioni: analisi della carta stampata nazionale e locale; analisi dei telegiornali nazionali prime time (Rai, Mediaset, La7); programmi di informazione e di infotainment. Attraverso dati e casi di studio sono tracciate le principali tendenze del racconto di un anno in cui l’immigrazione è stata al centro del dibattito istituzionale e politico: dal costante confronto interno e internazionale sulla gestione dei flussi migratori «all’aumento dei toni allarmisti e ansiogeni e alla discriminazione; sino a una criminalizzazione degli attori protagonisti nella solidarietà».
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