Il Signore mi ha inviato per proclamare l’anno di grazia del SIGNORE, il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolare tutti quelli che sono afflitti.
Isaia 61, 1-2
Gesù dice: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo»
Marco 1, 15
Il servo del Signore compare più volte nel libro di Isaia con il suo fascino e la sua ambiguità.
Chi è questo servo del Signore? È già presente o è una figura profeticamente annunciata? È un singolo individuo o rappresenta metaforicamente un gruppo?
Probabilmente l’ambiguità è voluta proprio dall’autore così da presentare il servo come un modello da seguire. Chi accoglie la vocazione a essere strumento del Regno di Dio, a proclamare la Sua buona notizia di riconciliazione e guarigione, veste i panni del servo del Signore.
Per questo, più che l’identità, del servo sono importanti le credenziali. Egli, chiunque sia, non ha nessuna autorità se non quella derivante dall’essere consacrato e inviato dallo Spirito del Signore per compiere la volontà di Dio.
Il servo del Signore è chiunque annuncia e compie la buona novella del Dio di Israele che viene per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà agli schiavi, per annunciare la Grazia del Signore e consolare gli afflitti.
Possiamo dunque credere che nella storia ci sono stati più servi del Signore che si sono susseguiti assumendo i connotati della misteriosa figura annunciata da Isaia.
Ovviamente, la fede cristiana riconosce in Gesù di Nazareth, colui che in modo perfetto ha incarnato il ruolo del servo del Signore. Gesù è l’uomo dello Spirito. La sua vita non è stata semplicemente spesa per l’annuncio dell’evangelo. La sua vita è l’evangelo!
Non è un caso, infatti, che secondo l’evangelista Luca, il ministero di Gesù inizi proprio con la lettura di questo brano nella sinagoga di Nazareth e con la proclamazione che questa scrittura trova compimento nella sua persona. Ciononostante i fratelli moravi (che ogni anno preparano le famose Losungen, testi biblici e meditazioni giornaliere, ndr.) non associano al nostro testo il versetto di Luca, ma un altro; l’annuncio di Gesù a convertirsi e credere all’evangelo.
Non so se sia questa la motivazione, ma mi piace pensare che la scelta sia caduta su questo versetto per dire che chiunque si converte e crede nell’evangelo di Gesù Cristo, si unisce alla schiera dei servi del Signore che, con la propria vita, annunciano la buona novella di Dio.