In una splendida giornata di sole sabato 28 ottobre, mente a Roma si celebravano i 500 anni della Riforma, si è tenuta a Reggello la festa per la fine della prima parte dei lavori di recupero di Casa Cares. I lavori, svolti nel corso del 2017, hanno condotto al completo rifacimento e coibentazione del tetto, al rinnovo della cucina, dispensa, spogliatoi, ma anche dell’ impianto elettrico e di riscaldamento così come, elementi più visibili, al rifacimento della facciata e di alcuni infissi.
Oltre cento persone hanno affollato il teatro per una bella mattina di discussione e di musica: membri della chiesa di Firenze e di Pisa, membri dei Comitati e dei distretti, amici storici di Casa Cares, lo staff dei campi cadetti, persone del territorio legate a Casa Cares da una amicizia pluriennale, ma anche dipendenti della Csd e le maestranze e i professionisti che hanno lavorato al recupero.
L’incontro è stata l’occasione per ricordare la storia di Casa Cares, le sue origini, tutto il lavoro svolto negli anni da Paul e Antoinette Krieg e per guardare al futuro e alle potenzialità di Casa Cares che si riconferma come luogo di elezione per l’incontro e l’accoglienza di gruppi.
Dopo i saluti di Daniele Del Priore, direttore dell’area accoglienza per la Csd, Alessandro Sansone (presidente del Comitato della Diaconia Valdese Fiorentina e membro della CSD) e Letizia Tomassone (Pastora della Chiesa di Firenze) hanno aperto la mattinata raccontando al pubblico il senso di un luogo che è insieme foresteria e, dunque, ospitalità, ma anche avamposto di una cura e attenzione per l’ambiente e per il creato e luogo di sperimentazione di progetti sociali. Ed è proprio dall’intreccio dei valori e delle scelte compiute nel passato e la loro ri-attualizzazione nei progetti per il futuro che si è tracciato, nelle parole di Sansone e Tomassone, il percorso che Casa Cares farà nei prossimi anni. Un percorso, tra l’altro, apprezzato e riconosciuto dalle molte voci che hanno scambiato ricordi e punti di vista nelle conversazioni che si sono susseguite nel corso della giornata.
Sempre nel teatro, gremito di pubblico, la parola è stata data a quattro relatori che, soffermandosi su aspetti diversi, hanno contribuito a dipingere un affresco sfaccettato della Villa “I Graffi” e della attività che vi si svolgono. Emanuele Masiello, architetto della soprintendenza ai beni culturali di Firenze, che ha seguito i lavori di recupero ha raccontato - felice coincidenza - di essersi formato in età giovanile sulle opere di Leonardo Ricci e di aver approfondito la storia del rapporto tra Ricci e Tullio Vinay che ha portato alla nascita di Agape e del Servizio Cristiano di Riesi, edifici riconosciuti per il loro valore in termini architettonici e sociali. Ma ha anche spiegato, in una breve lezione di metodo, quali sono i criteri, e le diverse scuole di pensiero, che accompagnano e informano le scelte della sovrintendenza nel recupero degli ambienti e delle facciate della Villa “I Graffi” nel corso di questo ultimo anno.
Insieme a Rita Romanelli archivista, e autrice di uno studio sulle famiglie proprietarie di Casa Cares un pubblico attento è tornato indietro nel tempo fino alla fine del 1400, momento nel quale, in un atto notarile, si trova una prima “fotografia” di Villa “I Graffi” e di tutti i suoi annessi, tra campi e poderi, già allora coltivati ad olivo e ha ripercorso poi le tappe dei passaggi di proprietà e di trasformazione della stessa nei secoli successivi.
E ancora gli olivi e l’olio sono stati protagonisti degli interventi di Paolo Mori e Giuseppina Tocchi, esperto di olivicoltura e rappresentante della condotta Slow Food del Valdarno che seguono e apprezzano il lavoro di cura e produzione dell’olio nel territorio di Reggello e sui terrazzamenti di Casa Cares, ma anche del Salmo scelto da Letizia Tomassone per chiudere la mattinata (SAL 127: 1-2).
A conclusione il duo di pianiste a quattro mani Madamoiselle Sarabande, composto da Carlotta Forasassi e Elettra Capecchi, ha suonato musiche di Scott Joplin, autore afroamericano di ragtime e del brasiliano Ernesto Nazareth con ritmi che, possiamo dire, hanno accompagnato la gioia e la festa anche durante il resto della mattinata col buffet nel giardino.
Casa Cares fa parte delle Case Valdesi (Hotel e Foresterie), strutture ricettive che con i loro utili sostengono le opere e i progetti della Diaconia Valdese. Per maggiori informazioni: www.casacares.it e www.casevaldesi.it.