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Il SIGNORE riprende colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce
Proverbi 3, 12

Non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da voi, né da altri, sebbene, come apostoli di Cristo, avessimo potuto far valere la nostra autorità; invece, siamo stati mansueti in mezzo a voi, come una nutrice che cura teneramente i suoi bambini
I Tessalonicesi 2, 6-7

Nella società dell’immagine favorita dalla televisione e da internet, il desiderio di mettersi in mostra è perfino troppo evidente; conta più l’apparire rispetto all’essere. La ricerca della gloria passa oggi attraverso l’ossessione per la ricchezza, la fama, l’onore, la visibilità, e via dicendo.

Il principio protestante «Soli Deo gloria» afferma che la gloria appartiene soltanto a Dio. Il Dio biblico è un Dio geloso che non condivide la sua gloria con gli dei, né tantomeno con gli esseri umani (cfr. Es. 20, 5; Is. 48, 11).

Non solo la Bibbia nega ogni possibilità di ricerca della gloria umana ma la considera anche una vanità. L’essere umano è stato creato per rendere gloria a Dio e non per essere un pretendente della Sua gloria. Questo significa che dobbiamo riconoscere Dio come Dio, come l’unico degno di ricevere la gloria, l’onore e la potenza (Apocalisse 4, 11), e che noi esseri umani siamo stati creati per la gloria di Dio, per manifestare la gloria di Dio nel mondo.

L’apostolo Paolo si guarda bene dal cercare la propria gloria dagli uomini ed evita di far valere la propria autorità di apostolo di Cristo per non essere un peso per la giovane comunità. A differenza degli altri che cercavano prestigio e approvazione, Paolo sa che la sua legittimità non proviene dagli uomini ma da Dio. Quante cose si fanno nel tentativo di essere approvati, riconosciuti, legittimati, lodati! Paolo non ha bisogno di legittimazione, tuttavia, si comporta con dolcezza come una madre che si prende cura dei suoi figli, ricordandoci così l’insegnamento di Gesù: «chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore; e chiunque, tra di voi, vorrà essere primo sarà servo di tutti» (Marco 10, 43-44).

Immagine: via Flickr