Da alcuni anni, sulla base dei dati contenuti nella relazione che la Tavola valdese presenta al Sinodo, abbiamo l’abitudine di fare qualche commento sui numeri, in particolare quelli relativi al I° Distretto (Valli valdesi) dove si trova la metà dei valdesi comunicanti (8544 su 16809 in Italia, al 31 dicembre 2016). Seguendo l’andamento non incoraggiante degli ultimi anni, anche nel 2016 è continuato lo stillicidio numerico. Da gennaio a dicembre, 258 persone (membri comunicanti) in meno nelle chiese delle Valli (circa 200 funerali). C’è però anche un dato potenzialmente positivo, e sono i 381 frequentanti la scuola domenicale e 421 il catechismo.
Ho confrontato i dati del 2016 con quelli di dieci anni fa, per avere una visione un po’ più ampia. Praticamente in dieci anni i membri comunicanti in Italia sono diminuiti di circa tremila unità (2789) e alle Valli si è passati dai 9757 del 2006 agli 8544 del 2016 (meno 1213). Dunque ogni anno siamo circa un centinaio di valdesi in meno che partecipano alla vita delle chiese: un dato preoccupante anche perché mi sembra che ci sia troppa distrazione in merito, rispetto alla grande attenzione verso i temi etici, i diritti e i numerosi e validi progetti diaconali. La nostra vocazione è di annunciare l’Evangelo e non di riempire la chiesa valdese, si dirà da parte di molti: ma che ne sarebbe di questa vocazione se la chiesa valdese non ci fosse più?
Siamo all’inizio di un nuovo anno di attività, le nostre assemblee programmeranno, organizzeranno, si porranno obiettivi: tra questi, al primo posto, ripeto cose già dette negli anni scorsi, metterei l’impegno per eliminare quel «meno» tra il numero di membri comunicanti attuali e quelli che ci saranno alla fine del 2018. A giudicare dalle firme dell’Otto per mille, più di mezzo milione di italiani ritiene che i valdesi sono bravi, onesti e fanno un sacco di belle e buone cose. Dunque sembra positivo anche per l’Italia che la chiesa valdese continui a esistere.
E allora perché sono per lo più i valdesi quelli che abbandonano il culto e la contribuzione?