Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!
Isaia 43, 1
Paolo dice: «Per l’aiuto che vien da Dio, sono durato fino a questo giorno»
Atti degli apostoli 26, 22
Il testo di Isaia che abbiamo letto stamattina è un testo che il profeta ha scritto per gli esuli di Babilonia. Un povero gruppo di persone senza più speranza, senza più futuro. Uomini e donne asserviti e schiavi, lontani dalla Terra promessa, consapevoli che Gerusalemme e il tempio erano stati distrutti e che forse non sarebbero più stati ricostruiti. Uomini e donne che avevano paura e vivevano giorno per giorno senza più coraggio, molti senza più fede. A questo popolo, che forse non lo ascoltava neppure, Dio proclama per bocca di Isaia: Non temere! Non avere paura, non lasciarti andare perché tu sei mio.
Quante volte capita anche a noi di sentirci senza più speranza: di fronte alla morte, di fronte ad un abbandono, o anche ascoltando i telegiornali; quante volte anche noi ci sentiamo soli, delusi, scoraggiati, senza più un futuro?
Eppure il Signore dice anche qui, a noi, oggi, in questo stesso momento: mon temere! Non temere perché io ti ho creato per amore, io ti ho voluto, ho voluto proprio te, non per la tua bellezza, intelligenza, o perché sei speciale, ma solo perché sei tu, anche se sei, piccola, insignificante, peccatrice, ugualmente sei proprio tu colui / colei che amo, che ho chiamato per nome!
E dunque, ascoltiamola questa parola e facciamola nostra non temendo il futuro, ma rinnovando i nostri cuori, permettendo che l’aiuto del Signore sia efficace nelle nostre vite e che possiamo, come l’apostolo Paolo, essere suoi testimoni, annunciatori proprio di quell’amore forte, inestinguibile che caccia via la paura, oggi e per sempre.