Chi provvede il pasto al corvo quando i suoi piccini gridano a Dio e vanno peregrinando senza cibo?
Giobbe 38, 41
Il Signore è ricco verso tutti quelli che lo invocano
Romani 10, 12
Guardando tutti i poveri e gli afflitti della Terra questi versetti non ci sembrano realistici. Dio forse è diventato sordo e cieco? Le grida del suo popolo non giungono più a Lui? Ognuno di noi vorrebbe avere la bacchetta magica e vincere ogni ingiustizia che permane sulla Terra. Può essere sufficiente non sprecare il cibo, fare la raccolta indifferenziata, rispettare la natura perché tutti abbiano ciò di cui necessitano? Forse ci aiuterebbe ritornare a riflettere sul popolo di Israele nel deserto che ogni giorno riceveva la quantità sufficiente di manna per vivere e non poteva accumularla e metterne via alcunché. Dio provvede al nostro pane quotidiano, a ciò di cui realmente abbiamo bisogno, ma la nostra avidità ci rende egoisti e sempre più desiderosi di possedere. Vince la nostra paura di non avere nulla per il domani e, senza rifletterci troppo, mettiamo da parte e accumuliamo tutto ciò che possiamo. C’è anche chi non riesce a godere dei propri averi, non li consuma e li tiene per un futuro che non sarà il suo, ma quello dei parenti che ne godranno l’eredità. Tutto ciò crea l’iniquità e la prepotenza in cui viviamo. Dio ci sprona ad essere capaci di affidarci solo a Lui, a non tentare di sostituirlo con altri idoli. Dio ci chiede di non temere per noi stessi a scapito degli altri. Dio ascolta il suo popolo e agisce anche quando noi non siamo capaci di vedere il suo intervento.