Dopo piazza Lutero a Roma, il giardino di Lutero a Firenze, l’albero di Lutero a Torino, anche a Bergamo ci sarà una via, una piazza o altro luogo significativo dedicato al «padre della Riforma».
Lo ha deciso il Consiglio comunale, lo scorso lunedì 19 giugno, nella parte di seduta straordinaria dedicata al cinquecentenario della Riforma protestante, approvando all’unanimità l’ordine del giorno proposto dal consigliere Pd Nicola Eynard, membro della chiesa valdese.
L’apporto dei protestanti (in particolare imprenditori svizzeri) allo sviluppo economico, culturale e sociale della città e dell’area bergamasca è stato citato più volte, innanzitutto dall’assessora Ghisalberti, che ha ricordato come il palazzo stesso del Comune, Palazzo Frizzoni, fu donato all’amministrazione nel 1927 da un membro di una delle famiglie protestanti “storiche” di Bergamo, i Frizzoni appunto, originari dei Grigioni. Figure importanti e impegnate politicamente (uno di loro fu sempre membro del Consiglio comunale) e socialmente, con la creazione di scuole per puericultrici, colonie per bambini poveri, istituti bancari per finanziare le attività contadine, e la fondazione della Croce Rossa in Lombardia.
Lo hanno ribadito i due ospiti, il presidente del Centro culturale protestante e del Consiglio di chiesa, Luciano Zappella, e il pastore della comunità cristiana evangelica-chiesa valdese, Winfrid Pfannkuche, rievocando le origini della Riforma luterana e la vicenda del protestantesimo nella città, un caso particolare nel panorama italiano: «Qui non c’è stata l’Inquisizione, ha ricordato Pfannkuche, ma una sorta di “libertà civile” non dichiarata, per la quale altri hanno dovuto aspettare il 1848, che consisteva in una sorta di patto non scritto: nessun proselitismo, nessun legame con le altre chiese protestanti al di fuori di Bergamo; in cambio, la possibilità di impegnarsi politicamente e, soprattutto, economicamente. La libertà religiosa, di culto, è ovviamente è un’altra cosa, anche a Bergamo i protestanti hanno osato cantare ad alta voce solo dopo il 1848…».
Per presentare l’attualità della Riforma, Pfannkuche ha presentato «9,5 tesi», le parole chiave della Riforma: coscienza, libertà, laicità, lavoro, scuola, musica, senso critico, democrazia, dialogo ecumenico. La «tesi numero 9,5» richiamava la «battaglia di Verdello» del fatidico 1517, una sorta di apparizione fantasma che vide schierati (e annientati a vicenda) gli eserciti dell’imperatore occidentale e di quello ottomano: un episodio mai verificatosi, cui però all’epoca mezza Europa credette. Il decimo insegnamento della Riforma è quindi la «lotta contro i fantasmi, il ragionamento, l’illuminismo, lasciare i fantasmi delle battaglie ideologiche e accogliere le straordinarie scoperte» introdotte dalla Riforma.
Un’eredità che quest’anno la città di Bergamo sta degnamente celebrando, con un comitato nato per iniziativa del Centro culturale protestante, cui hanno aderito il Comune, la biblioteca civica e le principali istituzioni culturali cittadine, che sta realizzando un intenso programma di mostre, concerti, convegni, visite guidate, laboratori.
La realtà protestante è conosciuta dalla città, anche se in modo inevitabilmente un po’ stereotipato, ha riconosciuto il presidente del Centro Zappella, raggiunto per telefono, che nel suo intervento aveva sottolineato la doppia origine della comunità protestante cittadina: i riformati svizzeri e i valdesi (la comunità di Bergamo aderisce alla chiesa valdese nel 1934), ma anche la presenza del movimento dei “poveri” in Lombardia fin dal XIII secolo.
Soddisfatto e fiducioso per questo primo passo, è però cauto sui tempi di realizzazione: «Non sappiamo quali saranno i tempi, anche se c’è stata unanimità e un’adesione convinta anche da parte delle opposizioni: la decisione deve passare (dopo la Giunta) attraverso la Commissione Toponomastica, che ha in sostanza l’ultima parola. Il problema è che intitolare nuove vie, soprattutto in centro, comporta problemi di natura pratica (occorre modificare i dati di tutti i residenti), inoltre la Commissione ha criteri piuttosto stretti nell’individuare persone cui dedicare nuove vie».
Però non è detto che sia una via o una piazza, potrebbe anche essere un parco… «In effetti un’idea proposta dallo stesso Eynard e dal presidente della Commissione Toponomastica, l’assessore Angeloni, ha suggerito il parco vicino alla chiesa di Sant’Agostino, una chiesa gotica, attualmente sede dell’università di Bergamo. Il parco insiste proprio sulle mura della città alta, e d’estate è piuttosto frequentato…».
Una scelta significativa dunque, anche simbolica, dal momento che Lutero era in origine proprio un monaco agostiniano…
Il video della presentazione e del dibattito (dal minuto 3:00 al 58:00) è stato ripreso dal sito della Chiesa valdese ed è presente su YouTube.