L’anima mia è abbattuta in me; perciò io ripenso a te
Salmo 42, 6
Gesù dice: «Non vi lascerò orfani, tornerò da voi»
Giovanni 14, 18
Il versetto proposto dal Lezionario per oggi richiama il momento in cui Gesù sta per essere tradito, sarà condotto al tribunale ebraico e quindi da Pilato. Gesù ha ormai raggiunto la convinzione che la sua vita è giunta alla svolta definitiva, sarà condannato e morirà sulla croce. E i suoi discepoli sono tristi: la sua mancanza si farà sentire, senza di lui rimarranno soli, abbandonati, senza futuro. Ma, nel momento della tristezza e dell’angoscia per il distacco, che pare imminente, Gesù parla, li consola e li incoraggia con una promessa che apre a una nuova speranza: «non vi lascerò orfani, tornerò da voi».
Uno degli eventi che il Nuovo Testamento annuncia in maniera ripetuta (dai Vangeli, agli Atti, alle Epistole, all’Apocalisse) è che «Gesù tornerà». E subito ci domandiamo: «Come?». E qui le risposte sono diverse, una non esclude l’altra, convivono nella varietà dell’unica testimonianza evangelica. Le restringo a due e ognuna delle due ha un aspetto nascosto e un altro ben visibile.
Gesù tornerà nello Spirito, in maniera silenziosa e interiore, come prevede il vangelo secondo Giovanni, oppure in maniera eclatante con lingue di fuoco e parole «in altre lingue» come descrive il libro degli Atti (e non solo a Pentecoste), ma sempre capace di convertire aprendo a una consapevolezza e a una speranza nuova.
Gesù tornerà di persona, sulle nuvole del cielo e nella gloria dei suoi angeli, «a giudicare i vivi e i morti» come la Chiesa confessa nel Credo apostolico, o forse nuovamente in silenzio, camminando per una strada dove si chinerà a soccorrere una persona ferita, come il buon samaritano della parabola che disse all’oste «e al mio ritorno…». Perché un giorno Lui ritornerà.