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Adra Italia: «Lavoriamo Terre Migranti»

Il progetto dell’Agenzia per lo sviluppo e il soccorso avventista per contrastare la schiavitù e il caporalato

«Grazie alla chiesa avventista, oggi siamo fieri. Grazie alla chiesa avventista oggi abbiamo un lavoro; grazie alla chiesa avventista ogni giorno possiamo mangiare, pagare l’affitto e mandare alla nostre famiglie in Africa, a casa, i soldi necessari per far studiare i nostri figli e fargli vivere una vita dignitosa».

Questo è il messaggio e il ringraziamento, contenuto in un video per raccontare l’iniziativa di Adra Italia, l’Agenzia avventista per lo sviluppo e il soccorso, che due lavoratori di origine africana e fruitori del progetto avventista hanno voluto esprimere.

Un progetto che sta attraversando il Sud Italia grazie a un pulmino informativo (ma c’è bisogno di comprarne un altro e si chiedono donazioni: http://adraitalia.org/donazioni/) e che sulla carrozzeria, attraverso una scritta, ricorda ai passanti che «Dare una mano colora la vita».

«Basta schiavi nei campi – la schiavitù oggi si chiama caporalato» è il motto dell’iniziativa nata da Adra Italia.

«Quante volte avrai visto film o letto storie sulla schiavitù inorridendo al solo pensiero di come sia possibile che per secoli questa pratica (della schiavitù, ndr) sia stata considerata “normale” da tutto il mondo – ricordano i promotori dell’iniziativa –. Possiamo credere che nel 2017, in Italia, ci siano ancora persone ridotte alla schiavitù?».

Con l’entrata in vigore della legge 99 del 29 ottobre 2016 contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura lo Stato è intervenuto in maniera determinata per contrastare il fenomeno inasprendo pene e controlli ma: «tu puoi fare qualcosa di più di ciò che può fare una legge», ricorda ancora Adra, che sin dall’agosto 2016 ha attivato il progetto «Lavoriamo Terre Migranti» distribuendo 8 borse lavoro.

«Il progetto nasce per dare delle risposte concrete al dramma che colpisce molti rifugiati che nel loro percorso di vita si trovano costretti a vivere all’interno del circuito del caporalato, che sfrutta persone deboli. Spesso queste persone – conclude Adra – non conoscono la lingua italiana e sono costrette a vivere con paghe di pochi centesimi all’ora. Una negazione dei diritti umani basilari».

Per sostenere l’iniziativa si può visitare il sito: www.adraitalia.org

Link al video

Foto: Anna Lami

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