Tu, o Signore, benedirai il giusto; come scudo lo circonderai con il tuo favore
Salmo 5, 12
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno
Ebrei 4, 16
Una pubblicità dei tempi andati diceva che «la fiducia è una cosa seria» e, in quanto tale, bisognava essere molto attenti nell’accordarla a tutti.
In tempi come i nostri, in cui per il crollo indifferenziato dei valori etici non ci si sa più orientare, la parola di oggi ci indica un destinatario preciso cui rivolgersi con fiducia: Dio nostro Padre.
L’Amore del Padre per tutte e tutti noi non verrà mai meno (cfr. 1 Cor 13,8); Egli «darà cose buone a quelli che gliele domandano!» (Mt 7, 11b).
Per il Signore non esiste il troppo e il poco, esistono le nostre esigenze sia piccole che grandi, ed Egli non aspetta altro che donarci ogni cosa che gli chiediamo nel nome di Gesù (cf r. Gv 16, 23).
Con la sua grazia, il Padre ci rende e ci vede giusti perché siamo stati rivestiti dei panni di Cristo, il Giusto, in virtù del battesimo che abbiamo ricevuto (cfr. Gal. 3, 27).
È la veste del Giusto che ci introduce al trono della grazia e da quel trono scaturiscono misericordia e soccorso nel momento opportuno.
L’Antico Testamento ci attesta queste cose facendo dire al salmista: «non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua discendenza mendicare il pane» (Sal. 37, 25b); facciamo poi memoria della manna e delle quaglie che cibarono un Israele dal collo duro e furono riversate sul ricco, sul povero, sul giusto e sull’ingiusto; ricordiamoci che quando Agar e suo figlio Ismaele stavano per soccombere, l’intervento misericordioso di Dio si rivelò risolutore.
Sia i beni materiali (la manna) che i beni spirituali (la Grazia) discendevano (e discendono) dalla misericordia del Padre, un Padre che non è lì pronto a castigarci, ma un Padre amorevole, attento alle esigenze dei suoi figlioli e delle sue figliole. Accostiamoci con fiducia a quel Trono.