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Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli dei quali dirai: «io non ci ho più nessun piacere»
Ecclesiaste 12, 3

Uno dei malfattori crocifissi con lui disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!»
Luca 23, 42

Ricordati: di che cosa? Il libro di Qohelet ci ricorda la nostra vanità, la nostra caducità, la nostra morte. E così ci fa riscoprire la preziosità, ci fa apprezzare il valore di ogni attimo della vita. Non ci dice soltanto di ricordare, ma anche di rallegrarci (cf. Ec 12, 1): rallegrati e ricordati dunque.

Questo è il linguaggio degli innamorati, queste sono le due parole dell’amore, alle quali si aggiunge una terza parola, anch’essa dettata da un cuore che ama: prima.

Prima che sia troppo tardi. Rallegrarsi e ricordarsi non possono aspettare. Non c’è tempo da perdere. Rallegrati prima, e: prima rallegrati. Ricordati prima, e: prima ricordati.

Rallegrarsi e ricordarsi hanno il primato. Il primato sulla nostra vita. Rallegrarsi e ricordarsi sono il primo comandamento della nostra vita. Rallegrati e ricordati del tuo Creatore.

Qohelet ce lo canta con una delle poesie più belle della Bibbia (Ec 12, 1-10), malgrado sia il canto della nostra vanità e della nostra morte. Alla luce, nella dolcezza del ricordo del Creatore, la dura realtà che comunque un giorno quel che abbiamo fatto sarà disfatto, che mi ammalerò e morirò - tutto questo appare letteralmente in un’altra luce.

Pensate soltanto all’ultima immagine della poesia, quella della fonte, del pozzo: la sorgente della vita che si confonde con la mia tomba. Come la terra, simbolo della vita, infine, sarà il luogo della morte.

Oggi siamo a Golgota sotto la croce di Cristo: ricordati e rallegrati del tuo Creatore. Proprio oggi.

Immagine: via istockphoto.com