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Risparmia, o Signore, il tuo popolo e non esporre la tua eredità all’infamia
Gioele 2, 17

Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!
Giovanni 1, 29

 

 Che cosa è l’infamia? Vergogna, offesa, derisione, beffa, oltraggio, scherno. Quando ti chiedono: «Dov’è il tuo Dio?» viene da pensare a Gesù prima della crocifissione, quando viene deriso schernito incoronato di una corona di spine; e Pilato, vedendolo così, commenta: Ecco l’uomo. Primo Levi racconta l’infamia vissuta ad Auschwitz con il suo celebre «Se questo è un uomo». Che viene fuori al momento della liberazione raccontata all’inizio de «La tregua»:

«… [i russi] non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa… nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell’offesa, che dilaga come un contagio. È stolto pensare che la giustizia umana la estingua…».

Restano solo il grido di essere risparmiati dalla realtà dell’infamia, dalla quale l’uomo non può liberarsi da solo, e la visione profetica del Battista: Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo

Immagine: By Mihály Munkácsy - Own work (photo by uploader), Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2482313