Esulterò e mi rallegrerò per la tua benevolenza; poiché tu hai visto la mia afflizione, hai conosciuto le angosce dell’anima mia
Salmo 31, 7
Chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa
Giovanni 16, 24
Non devo proprio essere capace di pregare, questo è il pensiero che può venirci in mente quando leggiamo che basta chiedere a Dio e si è esauditi. Quando mai succede? Il dolore e la paura sarebbero già sconfitti e vivremmo già nel Regno di Dio. Quante volte abbiamo pronunciato parole di richiesta di pace nel mondo, di sconfitta della fame e di ogni malattia? Il Signore non è il genio della lampada di Aladino che soddisfa ogni nostro desiderio o capriccio. Forse non sappiamo chiedere, forse chiediamo più del necessario, forse non abbiamo neanche bisogno di pregare, perché l’Eterno sa già di cosa abbiamo bisogno. Rivolgiamoci a Dio con il desiderio di ringraziare. Saper dire grazie vuol dire riconoscere ciò che riceviamo ogni giorno, vuol dire sentirsi bene e appagati per ogni cosa. Siamo così poco abituati a ringraziare e ci viene così difficile! Fin da bambini siamo ritrosi a dire grazie. I genitori lo devono insegnare con insistenza e vincere quel senso di orgoglio che nasce spontaneo nel pensiero già dei piccoli che credono che tutto è dovuto e si ottiene senza fatica. La nostra giornata può incominciare e finire con un «grazie Signore!». Ho ricevuto tutto nell’abbondanza e ti ho sentito presente nella mia vita. Il Signore non nasconde il suo volto a chi lo cerca e il suo sguardo si posa su ognuno di noi carico d’amore. Dio conosce i nostri bisogni e anche se non ci sentiamo mai abbastanza appagati, la sua grazia ci sostiene. Ogni giorno sentiamoci nella gioia e cantiamo inni di lode rivolti all’Eterno e conosceremo l’abbondanza dell’amore di Dio.