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Marie, che ha attraversato il mare con in grembo Mickael.

E' arrivata a Pozzallo a novembre, salvata nel Mediterraneo dalla nave di un’organizzazione umanitaria. Dopo un mese nell’hotspot, è stata finalmente trasferita nel “luogo sicuro per minori” della Casa Evangelica Valdese di Vittoria. La sua figura esile ma rotonda ha colpito tutti: Marie ha affrontato il mare a 17 anni, sola e incinta di sei mesi. Ieri notte alle 3, all’ospedale di Vittoria, Marie ha partorito ed è nato Mickael Christiano.


Marie è solo una degli oltre 25mila minori stranieri non accompagnati approdati in Italia nel 2016, un dato più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Ha lasciato il Camerun un anno fa, per fuggire dalle persecuzioni e dagli attentati suicidi di Boko Haram, secondo Amnesty «parte di un sistematico attacco contro la popolazione civile» che, secondo le Nazioni Unite, dal 2013 ha mietuto oltre 770 vittime civili.


Marie, nel suo paese natale, prestava servizio per una organizzazione sanitaria, informando i giovani sulla prevenzione delle malattie. Non ha mai conosciuto suo padre, viveva con la madre, con cui ha anche attraversato il deserto. In Libia però si sono divise. Sua madre è sbarcata in Italia a giugno; lei lì ha conosciuto Nelson, il padre di Mickael. Anche lui aveva lasciato il Camerun. Si sono promessi amore, durante i mesi di detenzione e di torture, fino a quando non sono stati separati. Se Nelson sia riuscito a sopravvivere al carcere libico e al mare, Marie non lo sa.
 Mickael adesso, nato in Europa il giorno seguente il tragico sbarco, a Trapani, delle salme di due migranti bambini, sarà un cittadino camerunense e non italiano almeno fino ai 18 anni. La sua vita dipenderà, in buona parte, dall’esito della richiesta d’asilo della madre. In Italia la legge che potrebbe riformare il diritto di cittadinanza, garantendo a Mickael e a tutti i bambini nella sua condizione lo Ius soli (il diritto di cittadinanza a chi è nato sul territorio nazionale), è bloccata da un anno e mezzo dopo il primo passaggio alla Camera.


Marie adesso sta bene ed è serena: «Sono felice. Una nuova vita, in pace e di grandi speranze, ci aspetta». Sua madre, al telefono poco prima del parto, le raccomandava: «Sii forte, come lo sei sempre stata. Come quando attraversammo il primo mare [il Sarah ndr], come quando eri in barca».
 Nell’équipe che si occupa di dare ospitalità a venti minori straniere non accompagnate, sono tutti commossi. Per il direttore della Casa Evangelica Valdese, Michele Melgazzi, la nascita «è un enorme momento di felicità. Marie è stata accompagnata lungo il periodo d’accoglienza e ha dimostrato sempre gentilezza, dignità e grande forza d’animo. Adesso ci auguriamo un futuro sereno per entrambi, sperando che possano trovare tutto ciò che desiderano, che vengano accolti ovunque e che ogni loro diritto venga rispettato».

Immagine: via pixabay.com

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