Presentati in Svizzera i corridoi umanitari promossi dall’Italia
23 gennaio 2017
Il progetto ecumenico presto si allargherà anche al Marocco
Il progetto dei “corridoi umanitari” promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant’Egidio sono stati presentati giovedì 19 gennaio presso l’Università di Basilea. All’iniziativa, promossa dal Consolato italiano, dalla Chiesa evangelica di lingua italiana, dall’ Associazione svizzera per i rapporti culturali ed economici con l’Italia e dalla Società Dante Alighieri, sono intervenuti l’ambasciatore d’Italia in Svizzera Marco Dal Panta e Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope – Programma rifugiati e migranti della Fcei.
L’ambasciatore Dal Panta aveva fatto parte per conto del Ministero degli Affari Esteri del gruppo di lavoro che aveva negoziato il protocollo d’intesa firmato il 15 dicembre del 2015 con gli enti promotori, e che ha reso possibile l’avvio di un programma che sin qui ha portato legalmente e in sicurezza in Italia circa 500 profughi, soprattutto siriani, provenienti dal Libano.
Altri cento arriveranno a giorni e nelle prossime settimane si avvierà una missione per l’attivazione del corridoio dal Marocco. «A volte si commettono degli errori – ha esordito l’ambasciatore, ricordando la sua iniziale perplessità nei confronti della proposta dei corridoi umanitari – ma è giusto ricredersi quando si vede un progetto di successo, ben strutturato e gestito che fa onore al Paese». Paolo Naso ha invece sottolineato come la trattativa sia stata “utile e sana” perché ha consentito alle parti di essere se stesse: «alle istituzioni di richiamare alle norme e alla sostenibilità, ai proponenti di condividere la loro visione e i loro principi umanitari».
Il 21 gennaio i corridoi umanitari sono stati presentati anche a Zurigo, in un forum promosso dall’organizzazione umanitaria “Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere” (Aces) – conosciuta anche come Heks-Eper nella traduzione tedesca e francese – che opera in tutto il mondo ma che in questo incontro ha voluto dedicare particolare attenzione all’Est europeo e alla crisi migratoria. Sono intervenuti oltre cento rappresentanti di chiese e comunità locali che hanno avuto modo di conoscere il progetto dei “corridoi umanitari” che – ha affermato Paolo Naso – «potrebbe trovare applicazione anche in Svizzera sia per la grande tradizione umanitaria di questo Paese sia perché membro dell’area Schengen e quindi perfettamente titolato a utilizzare lo strumento dei ‘visti umanitari'». L’aces ha finanziato le spese relative all’accoglienza in Italia di 50 persone giunte con un “corridoio” lo scorso dicembre.
Immagine: Nev