Con l’avvicinarsi del Giorno della memoria, ritornano gli appuntamenti dedicati al ricordo della Shoah e delle sue vittime.
Tra le iniziative più originali, che rendono davvero “tangibile” la memoria dell’eccidio di milioni di persone, e in particolare le loro storie e le loro esistenze spazzate via, c’è l’opera dell’artista tedesco Gunter Demnig, presente ormai in molte città europee e diventata in qualche modo un’opera collettiva. Lo scorso anno ha raggiunto e superato le 50.000 installazioni, diventando il monumento dal basso più diffuso in Europa, a cominciare da Colonia, dove il progetto è partito ormai più di vent’anni fa. Le Stolpersteine, Pietre d’inciampo, sono delle piccole targhe di ottone dorato fissate su cubetti della dimensione dei porfidi e posate sul selciato in corrispondenza della casa di una vittima della Shoah. Quasi come pietre tombali in miniatura, riportano il nome e la data di nascita, di deportazione e di morte della persone, il loro luccichio richiama l’attenzione dei passanti che ormai cominciano a riconoscerle, come piccole luci nel buio dell’indifferenza e dell’oblio.
A Torino, dove nel 2015 è stata posata la pietra numero 50.000, è il Museo Diffuso della Resistenza ha curare e promuovere l’iniziativa, alla quale chiunque può partecipare, privato o associazione, per ricordare una persona, uomo, donna, bambino, ragazzo o ragazza che sia rimasto vittima della follia nazifascista.
Qui le pietre sono già 67, ma presto saliranno a 85 con la posa di 18 nuove targhe, il 17 e 18 gennaio; la novità è che quest’anno, fra le pietre “torinesi”, ce ne saranno anche a Moncalieri (una) e ad Avigliana (tre).
Come per i due anni precedenti, il calendario degli appuntamenti, con il luogo e l’ora prevista per la posa della targa (e naturalmente il nome della persona a cui è dedicata), è consultabile sul sito del Museo insieme a molte altre informazioni interessanti.