Io sono il primo e sono l’ultimo e fuori di me non c’è Dio
Isaia 44, 6
Piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome
Efesini 3, 14-15
In questo momento storico, la famiglia è un argomento caldo. Va di moda attaccarla, sostenerla, definirla, ridefinirla, e i toni sono sempre più esacerbati, quasi che non si possa, non solo, cambiare idea, ma nemmeno retrocedere di un passo dalle proprie posizioni. L’occhio del ciclone è uno: esiste un solo modello di famiglia o si può parlare di famiglie, al plurale?
A secondo della risposta a questa domanda, deriva ogni altra certezza. Chi pensa possibile un solo modello di famiglia è molto attivo nel proclamare che Dio ama quelle famiglie, ma tace o nega alternative. Chi riconosce molti modelli di famiglia sostiene senza vergogna che Dio ama ogni tipo di famiglia. Questo verso dell’apostolo Paolo, in effetti, sembra dare man forte ad entrambe le posizioni. Per gli uni, è la conferma che Dio non potrebbe mai dare il suo nome ad unioni abominevoli. Per gli altri, questa è la riprova che Dio pone il suo sigillo su ogni unione di esseri umani. Ma Paolo qui sta parlando della famiglia dei figli di Dio, coloro che hanno ricevuto la rivelazione della salvezza in Gesù Cristo. E Paolo grida a gran voce che questa notizia non è solo per la nazione nella quale è nato. «Gli stranieri sono eredi con noi, membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo», dice qualche verso prima. E se gli stranieri possono entrare nel popolo di Dio, allora è proprio vero che il Padre celeste è la fonte di ogni famiglia, non solo in cielo, ma anche qui in terra.
Ognuno resterà della propria idea sulla famiglia, ma è impossibile non notare che Dio accoglie, include e allarga i suoi recinti, lo ha sempre fatto, anche se i suoi credenti non volevano ammetterlo, e sempre lo farà, nonostante le lamentele dei suoi altri figli.