Vivere sotto lo zero, testimonianza dell’Esercito della Salvezza
12 gennaio 2017
Diverse le iniziative messe in campo nella capitale per rispondere all'emergenza freddo
Come ogni anno il termometro scende, e come ogni anno l’Esercito della Salvezza (EdS) scende in strada. A cominciare dalla capitale, dove i volontari dell’Eds escono due volte alla settimana, il mercoledì e la domenica, dalle 19 alle 23. «Ad ogni uscita distribuiamo 300 pasti e 30 litri di tè – racconta all’Agenzia NEV il sergente Massimo Cosentino, coordinatore del Soccorso invernale dell’EdS di Roma -. La chiesa di Scozia collabora fornendoci una macchina: così, con due mezzi, riusciamo a coprire quasi tutto il centro storico: dal Verano a piazza dei Cinquecento, via del Corso, piazza Venezia, stazione Ostiense e stazione di Trastevere, mercato di Porta Portese e piazza Mastai fino alla posta di Ostiense. L’altro veicolo – spiega il sergente – percorre corso Vittorio fino a San Pietro, dove tra colonnato e sotterranei troviamo, fisse, tra le 80 e le 90 persone. A tutti distribuiamo cibo, bevande calde e coperte recuperate durante l’anno. Ma raccogliamo anche storie di vita e cerchiamo di dare seguito a richieste particolari».
Il soccorso invernale dell’EdS non è una novità, nella capitale risale al grande freddo del 1982. Affiancati, nel corso del tempo, dalla Caritas e dalla Comunità di Sant’Egidio, trentacinque anni fa i volontari dell’EdS furono tra i primi a scendere in strada, cercando il contatto fisico con il disagio dei senza tetto. «Oggi non siamo più soli – spiega Cosentino -, tra chiese e associazioni siamo in quasi 40 sigle, ognuna con la sua zona e i suoi orari, in maniera da evitare sovrapposizioni». Ma se la solidarietà è cresciuta, è perché ad aumentate sono altrettanto le necessità. Stando alla testimonianza dell’EdS, il panorama umano che abita le strade italiane è estremamente variegato: «Delle 300 persone che, in media, soccorriamo ad ogni uscita qui a Roma, un 30% è di nazionalità italiana: separati che dormono in macchina, persone di mezza età che hanno perso il lavoro e non coprono il mutuo, anziani che con la pensione non riescono a garantirsi l’affitto; ma anche giovani senza prospettiva, ragazzi appena usciti di prigione che non hanno niente e non sanno far fronte alla situazione. Dopodiché – specifica Cosentino – c’è tutta la casistica più varia degli stranieri, che una volta transitavano ma oggi, a causa della chiusura dei confini, sono costretti a rimanere qui. A volte facciamo fatica a raccogliere queste informazioni, perché chi è bisognoso ha in genere un grande pudore».
Grazie agli appelli diffusi dalle TV locali, domenica scorsa l’EdS è stato affiancato anche dalla solidarietà spontanea dei romani e delle romane. Per parte sua il Comune di Roma ha deciso di lasciare aperte anche di notte alcune stazioni delle metropolitana, tra cui piazza Vittoria, piazza Barberini e Ponte Mammolo. «Il nostro centro in via degli Apuli 42 è sempre aperto, giorno e notte – conclude il sergente -; approfitto dunque per lanciare un appello a tutta la cittadinanza: chiunque lo desideri può lasciare presso la nostra sede indumenti o oggetti utili che provvederemo a distribuire in questi giorni di grande freddo».
L’Esercito della Salvezza (in inglese Salvation Army) è un movimento internazionale evangelico nato a Londra alla metà del XIX secolo, con lo scopo di diffondere il cristianesimo e aiutare i bisognosi. Organizzato come un esercito, attualmente serve in 126 paesi e opera in circa 175 lingue, affiancando alla predicazione della Parola di Dio opere sociali di vario genere: scuole, case famiglia, ostelli per senza fissa dimora, ospedali, programmi di emergenza per le calamità naturali. In Italia, l’EdS è presente dal 1887. Per visitare il loro sito clicca qui.