Balaam disse: «Anche se Balac mi desse la sua casa piena d’argento e d’oro, non potrei trasgredire l’ordine del Signore»
Numeri 22, 18
Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene
Romani 12, 21
Non so se senza Cristo nella mia vita riuscirei a vincere una sola volta il male col bene; non so nemmeno se ci riesco attualmente, nonostante la Sua presenza nella mia vita sia per me certezza e fondamento del mio essere. Eppure oggi mi viene chiesto di vincere il male attraverso il bene. Ma come rispondere al male col bene? Facendo finta che il male non esista o, ancora, fingendo di non averlo mai subito? Non credo questo possa essere l’atteggiamento adatto per vincere il male, né credo che la Parola del Signore ci porti verso questa direzione. La legge del taglione ci legittimerebbe a rispondere al male col male; forse ce lo imporrebbe, per evitare che una vendetta selvaggia si scagliasse contro il compitore del male. Ma come potremmo sconfiggere il male perpetrando altro male? Se ci facciamo paladini di giustizia finiamo per punire il peccatore, infliggendo la “giusta ricompensa” a chi ci ha fatto del male, dimenticando di aborrire il peccato, di provare disprezzo verso di esso. Spesso finiamo per odiare il peccatore, lo allontaniamo perché da lui perseguitati, dando così ancora più spazio a quel male che, in precedenza, è stato causa della nostra sofferenza. Lo so, sembra strano, ma rispondere al male con una sorta di “male giusto”, di “male doveroso” allontana ancora di più il bene che, nel nostro immaginario, ci aspetteremmo da chi ci sta di fronte.
Dio ama anche quando viene umiliato, deriso, oltraggiato, perché il suo cuore ama noi, non le nostre gesta. Lui ama perché l’amore è incontrollabile, a differenza del male. Se amiamo abbiamo conosciuto Dio e con lui amare non sarà un far finta di nulla, ma un essere liberi dal bisogno di male nascosto dietro un’apparente giustizia che, in realtà, ci rende schiavi.
In fondo, le parole dell’apostolo Paolo non rappresentano un’esortazione ad un’etica della bontà, della pacifica convivenza, della lotta estrema contro un male imperante in questo «mondo di tenebre», ma un invito a lasciarsi vincere dall’amore di Dio. È lui che vince il male, e non certo per merito nostro; è in lui che il male si sgretola e diventa polvere, è nel suo amore che le leggi si annientano, che la legge della morte imperante diventa insignificante, che la legge dell’amore si manifesta.