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L’incredibile storia del mercatino di natale luterano di Milano

Quando i social network diventano incontrollati strumenti di diffusione

Potenza e storture del web.

Questa storia ha dell’incredibile: da molti anni (30) la comunità luterana di Milano organizza durante il primo fine settimana dell’avvento un mercatino natalizio sul modello di quanto fanno moltissime chiese e associazioni lungo tutto lo stivale nel periodo di novembre e dicembre. Da 18 anni il mercatino in questione è ospitato negli spazi esterni ed interni della chiesa protestante di via Marco De Marchi. Ogni volta è un buon successo, proporzionato alle dimensioni della proposta: qualche decina di stand e bancarelle, prodotti tipici gastronomici e manifatturieri, circa duemila avventori ogni anno, e come tradizione parte del ricavato in beneficienza, questa volta al progetto appena avviato dalla comunità luterana di Catania di una casa alloggio e di uno sportello di ascolto rivolto ai migranti. Tutto nei crismi classici insomma. E così doveva essere anche quest’anno, con la gradita aggiunta di una piccola presenza della non numerosa comunità finlandese di Milano, che aveva chiesto di poter partecipare con alcune bancarelle. Il volantino e l’annessa comunicazione diffusa sul social network Facebook, gestite dalla comunità luterana locale, in sintesi racchiude il programma: apertura sabato 26 novembre alle ore 12 con l’esibizione del “Gruppo piccoli flautisti” e chiusura alle ore 15 di domenica 27 preceduta dal culto ecumenico la mattina alle ore 10.

Tutto qua, senza fronzoli.

Anche la comunità finlandese prepara una comunicazione per promuovere la propria presenza: testo forse un poco più suadente, ma nessun orpello, e invio ai giornali locali. Uno di questi prepara un articolo, lo infiocchetta al meglio e crea pure una pagina Facebook ad hoc con tanto di slogan sempre più accattivante e di un’immagine di un tipico mercatino nordico.

Qui il primo boom, con oltre 50 mila persone che si dichiarano interessate all’evento e 10 mila che dichiarano di partecipare sicuramente. Altri giornali, anche cartacei, anche a tiratura nazionale, ripropongono l’evento, e la frittata è fatta.

Così puntualmente è stato. Orde di famiglie con bambini al seguito, giunti da tutta la regione, se non da più lontano, spinti dalla frenesia prenatalizia hanno invaso, o tentato di invadere, i locali della chiesa. Risultato: code, impossibilità di accesso, prodotti esauriti in poche ore (meno male!), qualche malumore e mugugno. Nulla di grave, esistono volumi e volumi sulle bufale (su temi assai più gravi e seri) che a volte i giornali contribuiscono a diffondere se non proprio a creare, ed il web da questo punto di vista ha fatto da moltiplicatore. Una lezioncina, forse, in primis ai giornali e alla mancata verifica di minima delle notizie (era sufficiente conoscere la location ad esempio), e a tutti in generale per coordinare al meglio le comunicazioni, che nell’era virtuale rischiano di non diventare volano, ma boomerang.

Immagine: di Celi, chiesa luterana in Italia

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