Il cuore dell’uomo medita la sua via, ma il Signore dirige i suoi passi
Proverbi 16, 9
Dovreste dire invece: «Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo e quest’altro»
Giacomo 4, 15
Nonostante Voltaire abbia scritto che il libro dei Proverbi è «una raccolta di massime triviali, basse, incoerenti, senza gusto, senza scelta e senza disegno», il fraseggio che questo testo ci consegna, porta in sé una riflessione umana che trasmette, di generazione in generazione, la sapienza che viene conferita dall’esperienza di vita. Sapienza che non è solo umana, perché la conoscenza delle leggi della vita, non è mai separata dalla fede in Dio.
Un cuore che medita la sua via, è un cuore che ha bisogno del sostegno di Dio, che è il sommo bene. Un cuore che medita un progetto di vita, riceve forza dal Signore, senza il quale tutto è difficile.
L’autore del testo parla di un progetto orientato al bene e vuole farci comprendere che anche nel fare il bene abbiamo bisogno dell’aiuto del Signore. La nostra via, altrimenti, sarebbe talmente piena di pericoli, che nessuno di noi potrebbe arrivare alla meta.
Un Dio che dirige i nostri passi è un’immagine talmente efficace ai nostri giorni, che non lascia dubbi: Dio è ben più di un navigatore satellitare sempre aggiornato, sempre collegato, con una batteria inesauribile. Dio è quella mano paterna che ci accompagna, senza invadenza, ma premurosa e sicura. Dio è quel passo sicuro, sulle cui orme noi possiamo poggiare i nostri piedi, nella certezza che il sentiero, oltre l’orizzonte della nostra conoscenza, ci stupirà per le sue meraviglie.
Dio è quel dolce vento che asciuga il sudore delle nostre fatiche e che ci invita a proseguire la strada più leggeri e sollevati.
Dio è quel sole che illumina anche quando attorno tutto sembra tenebra e che scalda anche quando attorno tutto sembra gelo.
Affidiamoci a Lui, senza paura, lasciamo che sia lui a dirigere i nostri passi, perché la nostra via sia diritta e il nostro cammino ci sia lieve. Amen!