Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; poi, dopo quella, vi fu un’altra generazione che non conosceva il Signore, né le opere che egli aveva compiute in favore d’Israele
Giudici 2, 10
Simeone pregò: «I miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele»
Luca 2, 30-32
Simeone nel neonato Gesù vede il compimento della sua vita, o meglio il senso del suo essere un uomo molto anziano che non trova pace e riposo come ogni essere umano. Il compimento della sua vita non è la nascita di una nuova generazione che lo rassicura che il mondo non è finito con lui, ma ci saranno ancora altri dopo di lui. Il sorgere di nuova generazione infatti è sempre fonte di domande e ogni generazione fa la sua strada senza seguire nelle scelte, le generazioni precedenti. È un fatto. La vita di Simeone è compiuta perché riconosce in quel neonato il compimento delle promesse di Dio secondo cui, tenebre, notte, buio, confusione che evocano il rischio del disorientamento, della lontananza di Dio, non devono durare per sempre. Il popolo di Dio e il mondo attendono, secondo la fede di Simeone, che Dio intervenga ponendosi come punto fermo e luminoso capace di salvare, di riportare luce. Così la testimonianza dei profeti. Ora Simeone vede che quel momento è giunto per questo considera la sua vita compiuta. Ha smesso di attendere. Quando noi riconosciamo in Gesù Cristo l’intervento fondamentale di Dio in nostro favore, riconosciamo che Dio in un tempo precedente al nostro, ha acceso questa luce e che questo compimento non può essere revocato. La luce è già stata accesa e non può essere spenta. Voglio prendere sul serio il nostro buio e quell’impressione che spesso ci accompagna di non compimento della promessa di Dio. Il buio nelle nostre vite ha molti nomi ed è contagioso, ci porta ogni tanto a sporgerci verso l’idea che Dio non si curi di noi. Eppure la luce che splende nelle tenebre è già giunta. Il compimento delle promesse è il punto fermo da cui guardare a tutto ciò che contraddice nelle nostre vite il fatto che camminiamo alla luce di Dio. A volte a questo pensiero dobbiamo tenerci aggrappati con tutti noi stessi affinché il buio umano non faccia fuori nella nostra coscienza il dono che Dio ci ha fatto in Gesù Cristo.