Noi faremo tutto quello che il Signore ha detto e ubbidiremo
Esodo 24, 7
Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore
Romani 12, 11
Non ci deve sfuggire un dato fondamentale: nel capitolo 24 del libro dell’Esodo è ratificata l’alleanza tra Dio e il popolo degli schiavi liberati. Quali sono i motivi e le conseguenze di questa ratifica? La prima e più evidente è questa: se Dio deve essere riconosciuto dal suo popolo come Dio santo che esige Hesed (fedeltà) al suo popolo, questo ha un risvolto etico: Dio esige l’ubbidienza e dunque la cura del povero, dell’orfano, della vedova e dello straniero, impone la liberazione di quelli che sono sottoposti al dilemma della povertà, del debito e della schiavitù, perché non ci saranno più schiavi tra voi. La santità divina viene presentata come una realtà che provoca delle conseguenze precise nella vita diaria e nella legislazione pubblica, nella strutturazione della società e nelle relazioni umane, nella razionalizzazione della società, nell’uso della terra e nell’economia: «dobbiamo ubbidire in tutto quello che il Signore ha ordinato».
In secondo luogo, riconoscere Dio come sovrano dell’Universo implica il riconoscimento delle sue esigenze come sovrano e legislatore. L’ambito della sovranità di Dio non è l’ambito religioso del privato, delle pratiche religiose. La sovranità di Dio va esercitata nella storia, cioè nel tempo e nello spazio. La ratifica dell’alleanza è l’apertura di un tempo forte dove la presenza sovrana di Dio si fa sentire nella terra con precisi risultati: faremo, ubbidiremo la tua volontà sulla terra. Il tempo che si apre è la promulgazione di una nuova situazione storica dove non ci saranno più schiavi e padroni di schiavi, al livellamento della società, all’ottenimento della condizione di esseri liberi che vivono per servire, ubbidire il Signore e il suo progetto storico di liberazione degli schiavi.